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Opinioni

Da luglio a Napoli impossibile rinnovare la carta d’identità: tagliati gli sportelli municipali

La disposizione del direttore generale Auricchio: “Manca il personale. Provvedimento inevitabile”. Ma insorgono i presidenti dei parlamentini che si sono autoconvocati venerdì a Palazzo San Giacomo. Sotto la scure gli uffici anagrafe di Arenella, Pianura, San Giovanni, Ponticelli, Chiaiano e Piscinola.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il Comune di Napoli non ha personale, chiudono dal 1 luglio le seconde sedi degli uffici demo-anagrafici delle Municipalità, quelli dove si fanno i rinnovi delle carte d'identità, cambi di residenza, atti di nascita e certificati di morte e tanti altri documenti. Addio agli sportelli dell'Arenella, Pianura, Bagnoli e corso Garibaldi. Il piano di razionalizzazione prevede che per ogni Municipalità ci sia un solo ufficio demo-anagrafico nel quale concentrare tutto il poco personale disponibili. La riforma è stata varata dal direttore generale di Palazzo San Giacomo Attilio Auricchio, con disposizione del 17 aprile scorso.

Ma scoppia la rivolta dei parlamentini. I presidenti dei dieci municipi partenopei si scagliano contro il provvedimento e si sono autoconvocati a Palazzo San Giacomo per venerdì mattina. Oggi saranno invece presenti alla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale. La IV e la V Municipalità hanno già inviato un documento nel quale chiedono di sospendere ad horas la disposizione di Auricchio e rinviarla al 30 settembre: “riteniamo lesiva per l'autonomia della Municipalittà – scrivono – la decisione del Direttore Generale. Occorre una riflessione”.

Perché la riforma degli uffici demo-anagrafici?

Da tempo, ormai, gli uffici al pubblico delle Municipalità sono in sofferenza a causa della carenza di personale. “Uno stato di grave criticità ed emergenzialità – scrive Auricchio – che investe da tempo gli uffici demografici territoriali, determinato dalla forte riduzione della dotazione organica di personale verificatasi negli ultimi tempi unitamente a nuove ed accresciute esigenze dei cittadini tale da compromettere il regolare espletamento dei servizi demo-anagrafici”.

Problemi, insomma, che hanno reso difficile mantenere aperti due o più sportelli in una stessa Municipalità, perché il personale non basta per tutti ed è complicato programmare le turnazioni in caso di malattia, assenze o pensionamenti non previsti come per Quota 100. La conseguenza sono i “disagi e le proteste da parte dei cittadini. La situazione ha raggiunto un limite tale da non lasciare più spazio alcuno a correttivi endo-municipali, essendo già stato esperito ogni tentativo in tal senso. Mentre per far fronte alla su esposta situazione di emergenzialità, le singole Municipalità hanno adottato misure organizzative provvisorie finalizzate a scongiurare il rischio di interruzione del servizio, rivelatesi, tuttavia, insufficienti, ed acuendo, in alcuni casi, disservizi e disagi a carico dell’utenza”.

Di conseguenza, “non è più possibile – conclude Auricchio – garantire l’attuale assetto organizzativo dei servizi demo-anagrafici municipali caratterizzato dall’apertura al pubblico di più sportelli per ciascuna Municipalità, generalmente corrispondenti ai singoli quartieri, ricalcando la precedente articolazione in Circoscrizioni che avrebbe dovuto essere definitivamente superata per effetto della Riforma sul Decentramento Amministrativo del 2005. Si rende, pertanto, necessario addivenire alla definizione di un riassetto complessivo degli uffici demo-anagrafici, mediante l’accorpamento in un’unica sede degli sportelli dislocati sul territorio municipale”.

Le proteste

Ma la decisione arrivata ad aprile e il poco tempo a disposizione per organizzarsi nel giro di meno di 3 mesi ha suscitato un vespaio di polemiche. Per la consigliera comunale Rosaria Galiero (Napoli in Comune a Sinistra): “No ai tagli con la scure. Serve un approfondimento sulla qualità dei servizi erogati dal Comune. Già oggi siamo sotto organico mentre ngli ultimi anni sono cresciuti i compiti svolti dagli uffici periferici, come la comunicazione di divorzio consensuale. Bisogna fare un ragionamento anche sulla densità demografica dei quartieri”. Duro il consigliere comunale Nino Simeone (Agorà) che parla di “una scelta organizzativa calata dall'alto che creerà ulteriori disagi e va assolutamente rivista”. Per Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra), “alla V Municipalità l'idea sarebbe di chiudere la sede dell'Arenella, io sono assolutamente contrario, perché è baricentrica e serve la Zona Ospedaliera. Non va chiuso niente”. Concorda il consigliere Marco Gaudini (Verdi): “Assurdo privare la Municipalità popolosa di importanti uffici”. Per il consigliere Marco Nonno (Fratelli d'Italia), “Il Comune avrebbe potuto attingere alla legge che prevede di impiegare nella pubblica amministrazione i pensionati del ministero della Difesa per due anni. Ho proposto più volte questa iniziativa, che poteva essere utile nel frattempo si risolvano i problemi di organico, ma è rimasta inascoltata. La conseguenza è che adesso chiuderanno gli uffici al pubblico in molti quartieri, come Pianura, mentre l'amministrazione sembra impegnata a risolvere i problemi del mondo, ma non quelli di Napoli”.

La mappa degli uffici tagliati

Nella I Municipalità di Chiaia-Posillipo-San Ferdinando non ci saranno grossi scossoni. “Posillipo – racconta il presidente Francesco De Giovanni – è stata già chiusa per mancanza di personale. Ormai c'è solo Santa Caterina”.

Nella II Municipalità del centro storico dovrebbe chiudere la sede di corso Garibaldi, mentre resterà quella di piazza Dante. “Faremo le barricate – attacca il presidente Francesco ChiricoVenerdì saremo in Comune, se non ci riceveranno, ci riuniremo nel cortile. Non possiamo permetterci di chiudere sedi municipali, soprattutto ora che il Comune assumerà 536 persone del concorso 2010 e ulteriori 2mila nel prossimo triennio”.

Nella III Municipalità di Stella-San Carlo a chiudere i battenti dovrebbe essere la sede di Sant'Agostino degli Scalzi.

Nella IV di Poggioreale e Vicaria rischia la sede di via dei Tribunali. “Il paradosso – chiosa il consigliere locale Mario Maggioè che resteranno aperti invece gli uffici di Gianturco per i quali noi paghiamo un fitto passivo. Lunedì presenteremo una mozione di sfiducia alla presidenza della Municipalità”.

Nella V Municipalità Vomero-Arenella a rischiare è proprio l'ufficio dell'Arenella, anche se è quello che serve la Zona Ospedaliera. Il consiglio municipale però ieri ha approvato un ordine del giorno dove si dice fermamente contrario a tale ipotesi.

Nella VI Municipalità di San Giovanni, Barra e Ponticelli, dovrebbe restare aperta solo la sede di Barra. Eppure, la sede di Ponticelli era molto utilizzata per gli atti di nascita vista la vicinanza di Villa Betania.

Nella VII Municipalità di Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno, dovrebbe restare aperta solo la sede di piazzetta Casale di Secondigliano.

Alta tensione anche all'VIII Municipalità di Piscinola, Chiaiano e Scampia. “Qui – racconta il vicepresidente del parlamentino Salvatore Passarodovrebbero chiudere gli uffici di Chiaiano e Piscinola. Ma noi faremo la guerra contro questa ipotesi. Venerdì ci sarà una manifestazione alle 9 in corso Chiaiano 50. Resterebbero aperti solo gli uffici di Scampia. È una tragedia per le persone di Camaldoli, S. Croce, Chiaiano e Piscinola”.

Nella IX Municipalità, invece, dovrebbe chiudere la sede di Pianura di via Parroco Simeoli, e restare aperta solo quella di piazza Giovanni XXIII a Soccavo.

Nella X Municipalità, infine, gli uffici comunali di Bagnoli dovrebbero essere accorpati a Fuorigrotta. “Ma noi siamo fortemente contrari”, commenta la consigliera Edvige Mariani.

La lettera dei Presidenti dei parlamentini

“Conosciamo le difficoltà di personale che l'ente ha – scrivono i presidenti della I, II, III, IV, VI, VII, VIII, IX Municipalità – ma troviamo impensabile chiudere dall'oggi al domani almeno una decina di uffici che sono presidio territoriale indispensabile per l'erogazione dei servizi con un conseguenziale peggioramento degli stessi da erogare al cittadino. Nelle passate riunioni di "Conferenze dei Presidenti", San Giacomo aveva preso impegni precisi che non ritroviamo nelle disposizioni arrivate ai Parlamentini. Il tema del Decentramento è stato completamente disatteso, riteniamo quindi inutile riconvocare la conferenza stessa. Alle luce di tutto ciò, chiediamo alcune cose: la sospensione immediata della dispozione della Direzione Generale n. 13 del 17/4/2019; un incontro con i Capigruppo di Palazzo San Giacomo per discutere del tema; un incontro col Sindaco e il Direttore Generale. Continuiamo a sottolineare che siamo ben consci delle difficoltà dell'Ente, siamo disposti a continuare l'interlocuzione con l'amministrazione centrale e trovare anche soluzioni di razionalizzazione dei servizi, ma ribadiamo la competenza esclusiva a scegliere l'organizzazione dei servizi Municipali, altrimenti ci troveremo costretti ad impugnare la disposizione. Non accetteremo decisioni calate dall'alto”.

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Giornalista professionista dal 2016, per Fanpage.it segue la cronaca di Napoli, con particolare riferimento ai settori politica, istituzioni, trasporti, Sanità, economia. Ha collaborato in passato con i quotidiani “Il Mattino”, “Roma”, “Il Fatto quotidiano.it” e con l'agenzia di stampa Italpress. Nel 2014 ha vinto il Primo Premio al Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”. Per l'attività giornalistica svolta è stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche (tra le quali Agorà, RaiRadio2, TgCom24, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Marte, Radio Amore Napoli, Canale 8). Moderatore di convegni e dibattiti pubblici per Provveditorato per le Opere Pubbliche della Campania e Molise, Banca Fideuram – Intesa Sanpaolo, Eurispes. Ha svolto attività di ricerca scientifica di carattere storico-economico. È autore dei saggi pubblicati su Meridione, Sud e Nord del Mondo: "La ristrutturazione industriale negli anni ’70 del Novecento. I salvataggi Gepi di imprese campane" (Esi, 2013), "Espansione e sviluppo dell’industria aerospaziale campana negli anni ’70 del Novecento" (Esi, 2013), e "Pensiero meridiano e politiche europee per il Mediterraneo" (Esi, 2010).
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