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Coronavirus. Napoli, non fare l’egoista: stai a casa. E chi può doni soldi agli ospedali

Napoli, ce la puoi fare. Insieme all’Italia intera. Però contro il Coronavirus occorre disciplina e osservanza delle regole. Stiamo a casa, L’Italia è tutta zona rossa, la Campania non è da meno. Ma se prevale l’egoismo di chi continua ad uscire senza necessità di farlo, non si vedrà mai l’uscita dal tunnel.
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L'Italia è tutta zona rossa (qualcuno parla di zone arancioni ma io odio le ipocrisie cromatiche). Mentre arrivano nuove norme, più stringenti, per tutta l'Italia, allo scopo di contenere il contagio da Coronavirus, non posso non pensare a ciò che vedo negli ultimi giorni a Napoli e non solo. Ho visto atti di egoismo nei bar, nei locali della sera, nelle pizzerie, nei ristoranti. Perfino quel noto sushi bar partenopeo che non essendo gestito da cinesi ma da italiani è rimasto aperto: mi sono affacciato ed era strapieno di gente. Che rabbia. I controlli? Sicuramente, ma se se siamo i primi a far schifo di che cosa ci lamentiamo? Riguarda noi, la nostra salute, la nostra possibilità di sopravvivere: ma se alcuni commercianti avidi associati a quella massa di cretini che qualcuno si continua a definire "popolo della movida" non lo capiscono, di che parliamo?

Non sono ospedali, non sono farmacie, né – mi permetto di dire – redazioni di giornali: funzioni fondamentali che devono restare aperte. Cosa vi costa rimandare il sushi o la pizza? Cosa vi costa evitare la passeggiata sul Lungomare per il tarallo caldo ‘nzogna e pepe? La foto associata a quest'articolo è stata scattata domenica dopo mezzogiorno sul Lungomare di Napoli. C'erano centinaia di persone. Qualcuno l'ha capito che deve evitare assembramenti altrimenti l'epidemia di Coronavirus del 2020 rischiamo di pagarlo carissima in termini di vittime, di dolore, di perdita economica e sociale?

La più grande vergogna ha avuto luogo con l'arrivo dei treni della paura (e, forse, del contagio) dalle zone rosse del Nord Italia a Napoli e Salerno. Oggi è il caso  di cambiare registro: se tutta l'Italia è zona rossa tocca a tutti un ruolo, tutti hanno una responsabilità. Napoli e in napoletani non possono esimersi. Statte ‘a casa è  la frase che si dice in dialetto quando si esorta qualcuno ad evitare problemi ulteriori. Oggi questa frase è salvazione di vita: stiamo a casa.

Non solo: apriamo il portafogli, se si può. Giorgio Armani ha donato un pacco di denaro, perfino Fedez e Chiara Ferragni l'hanno fatto. A Napoli e in Campania imprenditori dell'abbigliamento e degli accessori, imprenditori degli alberghi, delle pizzerie, dei ristoranti nemmeno questo vogliono fare? Nemmeno cacciare qualche banconota per finanziare nuove sale intensive negli ospedali che ne hanno bisogno? Bisogna aprire il cervello, il cuore e i cordoni della borsa. Su, Napoli, ce la puoi fare. Insieme all'Italia intera.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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