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Da Napoli l’appello per Silvia Romano apre il Festival del Cinema dei Diritti Umani

Si aprirà con un appello per la liberazione di Silvia Romano, la giovane cooperante rapita un anno fa in Kenya, l’undicesima edizione del Festival Del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, che partirà mercoledì 20 novembre. Fino al 29 novembre il festival proseguirà con incontri itineranti, dibattiti e proiezioni sullo sfruttamento e sui cambiamenti climatici.
A cura di Nico Falco
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Partirà mercoledì, con l'appello per la liberazione di Silvia Romano, la cooperante rapita un anno fa in Kenya, il Festival Del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, che con quest'anno arriva all'undicesima edizione. Il festival è dedicato all'ambiente, col titolo "Il Clima che verrà". L'evento di apertura sarà ospitato nella Sala della Giunta di Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, a partire dalle 9.30. L'appello per la liberazione della giovane volontaria della Onlus Africa Milele sarà lanciato dai rappresentanti delle Ong e delle associazioni umanitarie internazionali come Amnesty ed Emergency, protagoniste del primo giorno del Festival. L'evento è promosso con l'Assessorato alla Cultura del Comune, parteciperanno il sindaco Luigi de Magistris e l'assessore Eleonora De Majo.

Le iniziative proseguiranno nel pomeriggio. Alle 18.30, nello Spazio Comunale Piazza Forcella, Francesco Quatrano, collaboratore della regista Lara Lee, presenterà il movimento Cultures of Resistance e l'ultimo film della cineasta ‘Wantoks-Dance of Resilience in Melanesia', anteprima nazionale. Subito dopo, alle 20 circa, sarà la volta di "Interdipendence", introdotto da Lorenza Faessler Pascuzzo, (responsabile degli affari giuridici dell'Ambasciata Svizzera in Italia), realizzato unendo 11 corti di altrettanti registi di fama internazionale che hanno unito le loro forze per sensibilizzare le persone rispetto ai problemi ambientali più pressanti e agli effetti del cambiamento climatico.

Giovedì il Festival si sposterà nella casa circondariale Giuseppe Salvia di Poggioreale, con una riflessione sul mito del boss con un film ironico di Giovanni Meola, "Bando di concorso", e una discussione moderata dal giornalista Sandro Ruotolo, a cui prenderanno parte anche il cantautore Maldestro, figlio del boss di Secondigliano Tommaso Prestieri, e don Franco Esposito, cappellano del carcere. Nel pomeriggio, a Piazza Forcella, ci sarà un dibattito organizzato dall’Atlante dei conflitti e delle guerre del mondo per affrontare il tema delle conseguenze delle guerre sui civili e sulla natura.

Venerdì 22 novembre il Festival sarà all'Università Federico II, nel Dipartimento di Giurisprudenza (via Porta di Massa – aula 28), con le associazioni Fridays for Future e Teachers for Future di Napoli che racconteranno le loro azioni a sostegno dell’ambiente introdotte dal professor Antonio Cavaliere (docente di Diritto Penale – Univ. Federico II), dalle iniziative antinucleari di Padre Alex Zanotelli, dalle riflessioni scientifiche dell’ingegner Giovanni de Paoli dell’ENEA e del professor Michelangelo RussoDirettore del DIARC della Federico II. Interverrà Tiziana Volta, coordinatrice italiana della II Marcia Mondiale per la Pace. Alle 19 a Piazza Forcella sarà la volta dell’India che riassume in sé gli aspetti più terribili della crisi ambientale legata allo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali. Il film “She built a country” illustrerà l’esempio di lotta delle donne indiane che resistono alle violenze dello sfruttamento delle miniere di carbone e all’uso di questa risorsa energetica altamente inquinante. A parlarne saranno le giornaliste Daniela Bezzi e Maria Tavernini in collegamento con la ricercatrice Eleonora Fanari e con l’aiuto del fotografo Andrea de Franciscis.

Sabato 23 novembre si chiude la prima parte del Festival con una mattinata nello stabilimento Whirlpool di Napoli, in crisi, e con le testimonianze di sindacalisti ed esperti. Tra questi testimoni dell'ex-ILVA di Taranto, delle Fonderie Pisano di Salerno e rappresentanti della Fiom Lazio e del mondo dell'associazionismo legato alla Terra dei Fuochi. La sera (ore 18) a Piazza Forcella la ricercatrice universitaria Valentina Ripa dialogherà con il regista Marco Bechis del pericoloso trend, non solo climatico-ambientale, dell’Amazzonia e dell’America Latina con la proiezione de “La terra degli uomini rossi – Birdwatchers” dello stesso Bechis. La chiusura (musicale) della serata sarà affidata a Jovine.

Nelle sere dal 27 al 29 novembre, nel Maschio Angioino, dalle 16 alle 22, saranno proiettati i 31 film che hanno superato il primo livello di selezione del concorso cinematografico. Si tratta di 7 lungometraggi e 24 corti tra cui saranno scelti i due film vincitori (miglior cortometraggio e miglior lungometraggio) dalla Giuria Esperti (composta da Elisabetta Pandimiglio, documentarista romana; Sandro Ruotolo, giornalista; Antonio Prata, direttore del Festival dei Diritti Umani di Lugano; Sandra Lorenzano, docente della Universidad Autónoma de México ed esperta di migrazioni).

Saranno anche assegnate le menzioni YOUTH (per i film destinati ai giovani) a cura di una Giuria Giovani composta da ragazzi tra i 13 e i 20 anni, la Menzione ARRIGONI/MER KHAMIS (per il film più coraggioso e innovatore) assegnata dalla Giuria dei selezionatori interni e la Menzione CLIMA a cura della Giuria Esperti. La Giuria Popolare, costituita su base volontaria su invito pubblico formulato dal Festival, sarà chiamata ad assegnare la Menzione PLATEA DIFFUSA. La serata finale, prevista per il 30 novembre, sarà ospitata dalla Biblioteca di Storia Patria del Maschio Angioino. Si chiuderà con una performance musicale di Daniele Sepe.

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