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Opinioni

Dal M5S sì alla legge salva-Napoli ma non con de Magistris: ‘Serve un commissario’

Il senatore M5S Vincenzo Presutto: “Per salvare la città dal crac occorre un mega-prestito dallo Stato. Ma non può gestirlo chi ha aumentato il disavanzo in questi anni. Ipotesi commissario”. “Il dissesto? Non è il peggiore dei mali, ma preoccupano le conseguenze sui lavoratori”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Un Salva-Napoli bis? Ci sono i margini per una legge speciale per salvare la città dal default, ma non con de Magistris. Occorrerà un mega-prestito dallo Stato, ma chi lo gestirà? Non certo chi ha la responsabilità di aver accresciuto il disavanzo in questi anni, mancando l'opportunità di un rilancio. Serve un commissario”. Non ha dubbi Vincenzo Presutto, senatore napoletano del M5S, considerato un esperto di contabilità degli enti pubblici. È vicepresidente della commissione Bicamerale sul Federalismo, componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, commissario di vigilanza della Cassa Depositi e Prestiti, e membro del Team Economia del M5S, nonché commercialista e revisore dei conti. In precedenza era stato anche collaboratore esterno della giunta de Magistris, prima di approdare in Parlamento, e conosce bene la situazione di Napoli.

“Su questa giunta comunale – spiega Presutto – il giudizio è negativo. Ma il prezzo non lo possono pagare i napoletani, che già da 7 anni, con la dichiarazione di pre-dissesto voluto dal sindaco, pagano le tasse al massimo. Per quanti anni ancora dovranno farlo? La sentenza della Corte Costituzionale sul bilancio di Napoli mette in evidenza una situazione dei conti patologica grave e irreversibile e riapre lo scenario del dissesto. È l'epilogo di un lungo percorso di verifica, avviato dalla Corte dei Conti, che aveva già disposto il blocco della spesa poi sospeso. Sono contrario al dissesto, perché lo pagherebbero i cittadini. Ma serve una svolta”.

Perché dice che Napoli è a un punto di non ritorno?

“Il predissesto è uno strumento introdotto per aiutare gli Enti in crisi ad evitare il dissesto vero e proprio. Un provvedimento che aveva una finalità nobile: dare risorse finanziarie ai Comuni, stabilire paletti come la tassazione alta e imporre una procedura per recuperare l'equilibrio di bilancio, preservando i servizi pubblici essenziali. Ma Napoli non ha mai rispettato il piano di rientro del 2013. Le dismissioni delle case popolari e le riscossioni dei tributi sono al palo. Il predissesto è andato avanti per 7 anni, con le tasse al massimo, senza mai raggiungere gli obiettivi intermedi. E non si vede l'uscita dal tunnel. Stanno facendo debiti che pagheranno i nostri nipoti. Siamo già intervenuti su questa vicenda con delle interrogazioni l'anno scorso al ministero dell'Interno, dove abbiamo evidenziato una situazione economica, finanziaria e patrimoniale grave. Il Comune si è dimostrato incapace e perseverante. In sostanza è già in dissesto, manca solo la dichiarazione ufficiale. Questa situazione non è più giustificabile. I cittadini vanno tutelati”.

Il vicesindaco Enrico Panini, con delega al Bilancio, però, sostiene che sono molti i Comuni in difficoltà e che Palazzo San Giacomo ha solo seguito una legge nazionale, oggi in parte dichiarata incostituzionale. Panini chiede un intervento del Parlamento: più soldi dallo Stato, perché in 7 anni sono stati tagliati 700 milioni a Napoli. Che ne pensa?

“È vero che ci sono stati minori trasferimenti da parte dello Stato, ma tra tutti gli enti locali, hanno colpito soprattutto i Comuni piccoli. Un ente in equilibrio deve coprire le spese con le entrate. È vero anche che i comuni sono stati i primi soggetti sui quali si sono sperimentate le regole contabili finalizzate a rendere la gestione amministrativa trasparente. Con l'armonizzazione contabile ci sono stati tanti dissesti, soprattutto dei Comuni più piccoli. Napoli però è un grande Comune e si temono riflessi sul piano occupazionale. I nuovi principi contabili stanno evidenziando l'opacità della capacità gestionale del Comune. Il sindaco in questi anni è stato costretto a raccontare una realtà lontana dai fatti”.

È possibile un Salva-Napoli bis?

“Credo ci siano i margini per lavorare a una legge speciale per Napoli, ma non con de Magistris. Ricordo con commozione Franco Ortolani, che una volta disse: “No al dissesto, ma no anche al dissestatore”. De Magistris ha la responsabilità politica di aver aumentato il disavanzo. Bisogna trovare una soluzione per salvare il Comune, ma non aiutare chi l'ha portato in questa situazione. Quando l'ex assessore al Bilancio è andato via, gli ho detto: ‘Hai fatto bene'”.

In cosa potrebbe consistere la legge speciale?

“Un intervento del Parlamento potrebbe andare nella direzione di un prestito. Ma la cifra è di grande entità. Il Comune ha un disavanzo di 2,8 miliardi e un debito di 4,5 miliardi, di cui circa 2 miliardi per mutui con le banche. Non può certo essere chi ha aumentato il disavanzo a gestire queste cifre”.

Possibile un modello Roma, separando il commissariamento del debito dalla gestione ordinaria?

“Da valutare l'ipotesi di un commissario. Roma è la Città Capitale, sede degli apparati statali e del Governo. Il discorso è diverso”.

Quali potrebbero essere i tempi per Napoli?

“Spero i più brevi possibili. Napoli non può aspettare. La politica si attiverà sul Governo per accelerare”.

Che fine ha fatto il disegno di legge Castelli per la riforma del dissesto e del pre-dissesto?

“È ancora in corso. Il viceministro dell'Economia Laura Castelli è molto attenta al tema degli enti locali. Serve una norma che possa risolvere la problematica dei Comuni che vanno in condizioni di squilibrio. C'è un progetto di riforma del Testo Unico degli Enti Locali. Ma la situazione di Napoli è un caso estremo”.

Secondo lei è possibile un accordo Pd-Dema, sulla scia dell'intesa per le suppletive, anche per un Salva-Napoli?

“Nutro grande stima per Sandro Ruotolo, persona degnissima, ma con la benedizione di de Magistris è partito male. Un accordo Pd-Dema sul Salva-Napoli lo vedo inappropriato”.

Favorevole o contrario al dissesto?

“La normativa esiste. Serve a risolvere una situazione che non è più risolvibile. Si mette un punto fermo e la città può valutare un piano di recupero serio. Ma sono preoccupato per le conseguenze che questo potrebbe avere per la città e per i dipendenti del Comune, dove ci sono tante professionalità che lavorano in condizioni difficilissime”.

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Giornalista professionista dal 2016, per Fanpage.it segue la cronaca di Napoli, con particolare riferimento ai settori politica, istituzioni, trasporti, Sanità, economia. Ha collaborato in passato con i quotidiani “Il Mattino”, “Roma”, “Il Fatto quotidiano.it” e con l'agenzia di stampa Italpress. Nel 2014 ha vinto il Primo Premio al Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”. Per l'attività giornalistica svolta è stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche (tra le quali Agorà, RaiRadio2, TgCom24, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Marte, Radio Amore Napoli, Canale 8). Moderatore di convegni e dibattiti pubblici per Provveditorato per le Opere Pubbliche della Campania e Molise, Banca Fideuram – Intesa Sanpaolo, Eurispes. Ha svolto attività di ricerca scientifica di carattere storico-economico. È autore dei saggi pubblicati su Meridione, Sud e Nord del Mondo: "La ristrutturazione industriale negli anni ’70 del Novecento. I salvataggi Gepi di imprese campane" (Esi, 2013), "Espansione e sviluppo dell’industria aerospaziale campana negli anni ’70 del Novecento" (Esi, 2013), e "Pensiero meridiano e politiche europee per il Mediterraneo" (Esi, 2010).
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