La chiamano "Napoli bene", ma occorrerebbe sapere il ‘bene' di chi: i tre fratelli Esposito, gli imprenditori Francesco, Giuseppe e Gabriele Esposito, specializzati in distribuzione e commercializzazione di giocattoli (e no, non è il personaggio del film di Paolo Sorrentino) erano così inseriti nei circuiti dei party e delle persone che contano – a Napoli parliamo soprattutto di personaggi sportivi – da diventare protagonisti delle notti con le bollicine all'ombra del Vesuvio.
La loro hall of fame è il perfetto manuale del napoletano che conta: Pepe Reina, l'eroe coi guantoni, gli altri calciatori del Napoli Jose Maria Callejon, Christian Maggio, Paolo Cannavaro. C'è anche l'oggi odiato ma fino a qualche anno fa idolatrato, Gonzalo Higuain. Perfino una foto con Diego Armando Maradona anche se, visti i precedenti eliografici di quest'ultimo nulla di cui preoccuparsi, in fondo. I fratelli di Posillipo sfoderavano senza problemi le loro amicizie e questo è già emerso un anno fa, nel giugno 2017, quando la prima inchiesta, poi smontata dal Riesame, fece emergere questi rapporti, motivo d'orgoglio per gli Esposito che non ne facevano mistero e li esibivano perfino sui social network. Non solo pallone: nel lungo album fotografico oggi allegato alle carte della Procura ci sono anche foto con personaggi dello spettacolo vecchi e nuovi. C'è l'ex super manager dei personaggi tivvù Lele Mora, ad esempio. C'è una foto con la showgirl napoletana Carmen Russo e col marito Enzo Paolo Turchi (in alcun modo coinvolti in indagini).
Precisazione forse pleonastica ma a questo punto forse è saggio ribadire: sia nella prima indagine, che nella seconda, non ci sono evidenze di rapporti illeciti tra i calciatori, i vip dello spettacolo e il mondo rappresentato dagli Esposito, oggi accusati di intestazione fittizia di beni con l'aggravante di aver commesso il fatto per agevolare le attività dei clan camorristici Sarno-Palazzo e legati da rapporti col boss del Vasto Ettore Bosti – né risulta coinvolto il Calcio Napoli di Aurelio De Laurentiis. Di certo però c'è che, nonostante la prima inchiesta (poi sfumata davanti al Tribunale del Riesame), alcuni personaggi hanno continuato a tenere rapporti con gli Esposito. Esempio? Nella discoteca di Coroglio, Club Partenopeo appena la scorsa settimana il portiere del Napoli Pepe Reina aveva organizzato una festa per l'addio ai compagni di squadra, prima del suo trasferimento al Milan.
Dunque, perché la Procura di Napoli ha approfondito anche questo tipo di rapporti, non limitandosi a quelli coi personaggi ritenuti esponenti della camorra partenopea? Quest'ambito – è scritto chiaramente nelle precedenti informative sugli Esposito – è importante «in quanto mette in luce le conoscenze e frequentazioni degli Esposito, che, se da un lato sono risultati strettamente collegati ad appartenenti della camorra, dall’altro sono emersi essere altrettanto vicini a professionisti, noti imprenditori e personaggi famosi dello sport e dello spettacolo che non solo li hanno accolti nel loro “giro esclusivo”, ma si sono dimostrati addirittura interessati ad investire con essi in nuove realtà commerciali». «La peculiarità degli Esposito – si legge ancora – consiste nell’enorme capacità che essi hanno di muoversi trasversalmente in ogni contesto socio economico ed ambientale; soggetti assolutamente contigui con la criminalità organizzata che però risultano, al contempo, capaci di insinuarsi nel migliore tessuto sociale del Paese».
Oggi oltre al lavoro portato avanti nella prima inchiesta, ad accusare i tre imprenditori c'è però stavolta un nuovo pentito. Si tratta di Salvatore Maggio ex boss della zona del Mercato di Napoli. Oltre ai rapporti con Maggio, strette erano le frequentazioni con Ettore Bosti alias ‘O russo‘, figlio di Patrizio che negli anni Novanta era al vertice dell'Alleanza di Secondigliano. Decine le intercettazioni che ne provano le frequentazioni.
Facciamo un passo indietro: nella precedente ordinanza la Procura aveva dimostrato, intercettazioni telefoniche alla mano, come Gabriele Esposito avesse rapporti frequenti con Dario Gabriele Mora in arte “Lele” «incorso negli anni in più vicende giudiziarie relativamente ad ipotesi di induzione alla prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti». Nella conversazione datata 2013, Mora «rappresentava di essere in trattativa con dei coreani, per conto degli Esposito, probabilmente per la produzione di un nuovo giocattolo».
I rapporti con Fabio e Paolo Cannavaro
Altro capitolo è quello dei rapporti coi fratelli Paolo e e Fabio Cannavaro ed i propositi di acquisizione di ristoranti a Napoli e Milano con la partecipazione anche di altri calciatori e di noti imprenditori nel settore della ristorazione. «Giova premettere che a legare gli Esposito a Paolo Cannavaro – spiega la Procura nell'ordinanza dell'epoca – era, innanzitutto un rapporto di amicizia così come emergeva dalle conversazioni intercettate che evidenziavano l’assidua frequentazione dei soggetti, oltre che una confidenza tale da portarli, già nel marzo 2013, a recarsi insieme a Parigi per far visita al comune amico, nonché notissimo calciatore, Ezequiel Lavezzi. […] A confermare il legame tra il calciatore ed i fratelli Esposito, valga per tutte la circostanza che, nel luglio 2013, Paolo Cannavaro partecipava al matrimonio di Gabriele Esposito, celebrato nel 2013 e festeggiato presso l’Ammot Cafè a Marina di Varcaturo. Premesso, dunque, il rapporto di amicizia, il controllo tecnico delle utenze in uso a Paolo Cannavaro metteva in luce, altresì, l’interesse dimostrato dal medesimo e dal fratello Fabio a diversificare i propri interessi acquisendo, ad esempio, attività di ristorazione»
Il caso Higuain
Nell'agosto 2013 Gonzalo Higuain era appena approdato all'ombra del Vesuvio con la maglia azzurra del Napoli. È in barca, scivola su una plancetta e si ferisce alla testa. Ma di chi è la barca? È degli Esposito. Il giro di chiamate è il seguente: Higuain contatta telefonicamente Paolo Cannavaro, chiedendogli informazioni per noleggiare un motoscafo. Cannavaro gli dice che avrebbe chiamato dei suoi amici, i quali gli avrebbero messo a disposizione un motoscafo, compreso di marinaio, uguale a quello del fratello Fabio. E dunque contatta Giuseppe Esposito «il quale garantiva che l’imbarcazione era già pronta e che avrebbe subito chiamato Roberto (il marinaio ndr.) per allertarlo sull’imminente arrivo di Higuain al porto». Dopo poco, mentre un amico gli stava facendo una foto, il bomber argentino scivolava in barca e sbatteva il volto sulla plancetta di poppa, ferendosi. Il marinaio chi chiama? Ma ovviamente Esposito. Che a sua volta contatta Paolo Cannavaro per il timore che la notizia possa arrivare alla stampa.
Dalle conversazioni intercettate emerge anche che Paolo Cannavaro si rivolge ad alcuni professionisti napoletani ben ammanigliati e con numerose partecipazioni societarie per procurare un’autovettura ad Higuain. In un sms si leggono le sue esigenze: «Serie 1 interni pelle cambio automatico nera interni nera per Higuain mi fai un preventivo?».
Rapporti con Pepe Reina
Centri massaggi, cene, addirittura una Porsche Panamera «prestata da Gabriele Esposito al calciatore del Napoli Pepe Reina, che l’aveva nella sua disponibilità»: l'ormai ex portiere del Calcio Napoli nel 2014 aveva chiari rapporti di amicizia con gli Esposito, emersi nella prima ordinanza a carico dei due fratelli. Rapporti evidentemente continuati: Reina ha scelto il locale di Coroglio degli Esposito per il suo addio alla città.