Sbaglia – e l'errore è imputabile alla scarsa conoscenza della sua incontenibile ascesa politica – chi considera la partecipazione del sindaco Luigi De Magistris al trenino party all'interno del centro sociale Mezzocannone Occupato il frutto di una serata di sballo mentre la città va allo sfascio. Non diremmo del sindaco di Napoli quel che Enzo Biagi disse di un ministro della Prima Repubblica appassionato di notti folli in discoteca: il Nostro è difatti tutt'altro che un «avanzo di balera».
Le comparsate pubbliche dell'ex pm, da 7 anni al timone del Comune di Napoli, rispondono ad una logica così ben studiata da risultare ormai naturale. Rappresentano un modus operandi. De Magistris va all'interno dell'ex struttura universitaria poiché è lì che c'è uno dei suoi bacini elettorali. Mezzocannone Occupato, luogo e area di discussione nato da una costola del centro sociale Insurgencia che poi via via ha perso un pezzo (confluito nell'altro centro occupato, lo Zerottantuno) ‘esprime' consiglieri comunali: Eleonora De Majo (e prima ancora Pietro Rinaldi, storico leader di Officina 99) e un dirigente del movimento DeMa, Egidio Giordano.
Scandalizzarsi per una festa (al netto della discussione sulla legittimità dell'esistenza d'un luogo occupato, qui parliamo esclusivamente del dato politico) è ridicolo. È da Mezzocannone, unito all'altra grande realtà occupata di Napoli, l'ex Opg "Je so pazzo", luogo di nascita del movimento "Potere al Popolo", che De Magistris partirà per costruire sui territori la sua candidatura alle Elezioni Regionali in Campania nel 2020. È legittimo dunque – ripetiamo: il dato è politico – che egli si curi dei suoi pretoriani. Far passare la sua presenza allegra come un semel in anno licet insanire significa non aver capito niente della strategia dell'ex europarlamentare attualmente sindaco di Napoli.
«Nel tardo pomeriggio sono passato a salutare i fratelli Beato che hanno inaugurato un nuovo Timberland Store a via Scarlatti»; «Un veloce passaggio alla festa della famiglia Tortora, sui Quartieri Spagnoli, per festeggiare i settant'anni della loro attività»; «Un passaggio veloce in questa nuova attività appena inaugurata a via Belvedere (un negozio di vestiti ndr.)». Basta spulciare i social sindacheschi: ci sono decine d'annunci simili. La fascia tricolore va a spasso per negozi, entra ed esce dalle e dai centri di aggregazione di sinistra (quelle che un tempo avremmo definito ‘aree di autonomia' o ‘extraparlamentare').
Il tesoretto di consenso da tutelare è quello dei commercianti del centro storico, in particolare dei piccoli ristoratori; è quello d'un mondo scolastico legato dal punto di vista sindacale ad alcune sigle autonome che oggi spadroneggiano ad esempio nel Corpo dei Vigili urbani; è quello dei titolari di nuovi bed and breakfast e case vacanza a Napoli (addirittura egli compare in una pubblicità di una nota struttura ricettiva). E infine De Magistris deve curarsi delle aree giovanili che hanno suonato la grancassa durante le due tornate elettorali del 2011 e del 2016. L'obiettivo è semplice: assicurarsi un entusiasmo tale da garantirsi almeno un posto da consigliere regionale quando sarà il momento. Sempre che, nel quadro di alleanze complessive all'interno della sinistra alternativa al Partito democratico non riesca a ritagliarsi – come spera – un posto nazionale. E vista la fortuna degli ultimi anni e il vuoto di potere non contrastato dal M5S cittadino e dallo sgarrupato Partito Democratico è possibile che la locomotiva arancione arrivi a destinazione.