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Detenuti col telefono in cella: i microcellulari arrivavano con un drone

Un drone diretto al reparto detentivo S2 del carcere di Secondigliano, a Napoli, è stato intercettato prima della consegna dagli agenti della Polizia Penitenziaria; il velivolo, in avaria, è caduto nel cortile del passeggio. Trasportava sei telefoni con relativi caricabatterie e schede sim. Nell’istituto ci sono molti detenuti in alta sicurezza e legati ai clan di camorra.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Attaccati a un drone professionale, di quelli che vengono solitamente utilizzati per scattare foto e girare video dall'alto, in volo. Per arrivare direttamente sul davanzale dei detenuti. Nel carcere di Secondigliano, a Napoli, i telefonini arrivano anche così, sfruttando le falle della sicurezza dovute alla perenne mancanza di organico e alla impossibilità di tenere sotto controllo tutte le vie di accesso, specie se a queste si aggiunge quella fino a poco tempo fa inedita del cielo. La consegna è stata intercettata ieri sera, 27 aprile, dagli agenti della Penitenziaria, che si sono accorti del piccolo drone che stava andando verso il reparto detentivo S2 per trasportare i cellulari e che, in avaria, è precipitato prima di arrivare a destinazione.

I poliziotti lo hanno raccolto nel cortile del passeggio dei detenuti e hanno scoperto che, assicurati col nastro isolante, c'erano 4 micro telefoni e 2 smartphone, i relativi carica batterie e 5 schede sim. Le indagini sono in corso per capire chi fosse il destinatario, ma si parte da due considerazioni: la prima è che chi aspettava quella consegna, con tutta probabilità, ha studiato i movimenti degli agenti e, con un altro telefonino, ha avvisato chi era all'esterno per far partire il drone quando ha visto che non c'erano agenti nelle vicinanze; la seconda è che nel carcere di Secondigliano ci sono per lo più detenuti di alta sicurezza, condannati per reati di camorra: per loro avere un telefono tra le mani significa continuare a guidare il clan. I droni attualmente diffusi difficilmente riuscirebbero a portare una pistola, che si aggira sul chilo di peso, ma le poche centinaia di grammi trasportabili sono sufficienti per far arrivare in carcere, oltre ai telefonini, anche della droga, come già successo, e delle armi più leggere come i coltelli.

"Dal muro di cinta, una sentinella della Polizia Penitenziaria si è accorta del drone in avaria – spiega Emilio Fattorello, segretario nazionale per a Campania del sindacato Sappe – solo qualche giorno fa, sempre nel carcere di Secondigliano, sono stati rinvenuti in alcune celle altri quattro telefoni in uso ai detenuti. E nelle giornate di sabato e domenica è nel penitenziario di Poggioreale che, durante alcune perquisizioni della Polizia Penitenziaria, altri telefonini sono stati rinvenuti e sequestrati". L'utilizzo dei telefoni, sottolinea Fattorello, è ancora al centro di un vuoto normativo: il possesso non configura un reato ma soltanto una violazione amministrativa in quanto oggetto non consentito in carcere.

"I droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo – aggiunge Donato Capace, segretario generale del Sappe – comportano però anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni. Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere… La Polizia Penitenziaria deve disporre di un Nucleo specializzato nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti".

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