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Digita Academy Napoli, a scuola di innovazione: al via il secondo bando

Intervista ad Antonio Pescapè, direttore Scientifico della Digita Academy della Federico II. Giunto al secondo bando, il percorso formativo di alto livello in partnership con Deloitte Digital punta a creare professionisti della Digital Transformation e delle connessioni  con il paradigma Industria 4.0.
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Antonio Pescapé, Direttore Scientifico della Digita Academy
Antonio Pescapé, Direttore Scientifico della Digita Academy

Si chiama Digita, acronimo di Digital Transformation and Industry Innovation Academy, ed è un percorso formativo post-laurea di 9 mesi offerto dall'Università Federico II. Un corso gratuito, in quanto, per l’anno accademico 2018/2019, i costi per la sua realizzazione sono completamente a carico degli enti organizzatori, cui si accede attraverso una valutazione per titoli. Di cosa tratta? Digital Transformation e delle connessioni  con il paradigma Industria 4.0, ovvero nuove dinamiche di business abilitate dalle moderne tecnologie digitali. Ne parliamo con Antonio Pescapé, direttore Scientifico della Digita Academy.

Ci spieghi cos'è Digita.

Si tratta dell’Academy della Federico II, in partnership con Deloitte Digital, sulla trasformazione digitale e l’innovazione industriale. Si tratta della prima ed unica Academy, gratuita, su Industria 4.0 e Trasformazione Digitale. Quali profili punta a formare? Punta a formare professionisti in grado di maneggiare sia gli aspetti ingegneristici e tecnologici della Trasformazione Digitale sia quelli giuridici, economici e sociologici.

Il vostro partner è Deloitte, ha deciso di investire e finanziare l'Academy e aprirà una sede a Napoli. Investimento o spot?

Assolutamente investimento, per quello che sappiamo e vediamo oggi. Da un lato c’è un investimento sull’Academy Digita per almeno tre anni. Dall’altro, ed un fatto importante in quanto in controtendenza con quanto accade sul nostro territorio, la Deloitte ha aperto una sede a Napoli nella quale intende sviluppare progetti di mercato su temi innovative quali blockchain, robot process automation, internet delle cose e cloud computing. Se non è investimento questo.

Dagli studenti cosa sente dire rispetto al loro futuro: se non ci fosse stata una occasione simile sarebbero rimasti in questa città?

Questo non posso saperlo. Quello che so è che il numero di ragazzi già assunti nella nuova sede di Napoli di Deloitte ha fatto si che ragazzi formati qui su temi estremamente innovativi siano rimasti qui anche alla luce di importanti offerte altrove. Ma sta accadendo altro. Molti ragazzi che sono andati fuori in un recente passato stanno provando a tornare proprio in virtù di questo periodo in cui la città di Napoli è centrale sui temi dell’Ict.

Si parla spesso, forse a volte a sproposito, della ‘marcia in più' che può dare Napoli a progetti di tipo innovativo. Pensa esista questo "N factor” ? Sono d’accordo, se ne parla spesso a sproposito.

Questo N-factor mi sa di tipico “provincialismo” napoletano. Detto ciò, quello che penso è che i nostri ragazzi non siano secondi a nessuno e quello che vogliono, quello di cui hanno bisogno, è solo avere le stesse opportunità che hanno i loro coetanei di altre aree del paese e del mondo. E Digita questo è. Una grande opportunità. Dovranno poi essere loro a giocarsela e giocarsela bene.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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