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Duplice omicidio di camorra dal barbiere, arrestati i boss della Vanella Grassi

Giuseppe Parisi e Giuseppe Ferraro, referenti degli Amato-Pagato per il Perrone e per il Rione Berlingieri, furono uccisi da Fabio Magnetti e Antonio Mennetta; il duplice omicidio, in un negozio di barbiere, segnò la nascita del clan della Vanella Grassi, che poi fu protagonista della Terza Faida di Scampia. Gli arresti in seguito alle indagini dei carabinieri.
A cura di Nico Falco
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I killer fecero irruzione nel negozio del barbiere e cominciarono a sparare. Il primo a cadere fu Giuseppe Ferraro, colpito alla testa. Subito dopo fu la volta di Giuseppe Parisi, crivellato di proiettili mentre cercava di scappare. Era il 27 aprile 2011, e quel duplice omicidio, nella barberia Vincent del Rione Berlingieri, a Secondigliano, fu un terremoto negli equilibri camorristici dell'area nord: era nato il clan della Vanella Grassi, scissione a colpi di piombo durante la Seconda Faida di Scampia che fu protagonista della Terza.

Le indagini dei carabinieri hanno fatto luce quell'omicidio, con intercettazioni e dichiarazioni dei collaboratori di giustizia: secondo gli inquirenti a sparare in quel negozio da barbiere furono due giovanissimi, che all'epoca avevano 22 e 26 anni e che di lì a poco sarebbero diventati i protagonisti della nuova guerra di camorra, ai vertici dei "Girati" di Secondigliano: Fabio Magnetti, 30 anni, e Antonio Mennetta, 34 anni. I due, già detenuti, sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli ed eseguita dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri.

La nascita del clan della Vanella Grassi

Il duplice omicidio, ritengono gli inquirenti, creò i presupposti per quella che sarebbe diventata la Terza faida di Scampia. Parisi e Ferraro erano referenti degli Amato Pagano per le zone del Perrone e del rione Berlingieri, a Secondigliano, e per questo il clan della Vanella Grassi, che aveva cominciato a espandersi da Secondigliano verso il rione Berlingieri e quindi verso Scampia, decise la loro morte; un agguato eclatante, che segnò la nascita del clan e la volontà di estromettere gli Amato Pagano, ormai insediatisi a Melito, dal calderone camorristico dei quartieri dell'area nord di Napoli.

La prima faida di Scampia tra Di Lauro e Scissionisti

La prima faida di Scampia c'era stata tra il 2004 e il 2005, ma i presupposti si erano creati già nel 2002, quando il boss Paolo Di Lauro era stato raggiunto da un provvedimento restrittivo. Diventato ufficialmente latitante, aveva passato lo scettro del più importante clan di camorra dell'area nord ai figli. E fu proprio questa decisione a portare allo scontro. La "nuova gestione", e la sostituzione dei vecchi referenti e capipiazza voluta dal figlio, Cosimo Di Lauro, portò alla guerra con Raffaele Amato, ex fedelissimo di "Ciruzzo il milionario", che tornò dalla Spagna e si alleò con alcuni scontenti del clan Di Lauro. La storia ha ispirato le prime stagioni della serie televisiva Gomorra: nella finzione cinematografica Paolo Di Lauro è don Pietro Savastano, mentre il ricambio voluto dal figlio Genny porta allo scontro con Salvatore Conte, che ritorna proprio dalla Spagna e finisce col conquistare Secondigliano.

La terza faida di Scampia tra Vanella Grassi e Abete-Abbinante-Notturno

La terza faida di Scampia vide protagonista il clan della Vanella Grassi, che aveva formato un cartello con i Leonardi e i Marino, e che era contrapposto agli Abete-Abbinante-Notturno. I "Girati" si erano alleati anche col clan Di Lauro, che dopo la prima faida era rimasto confinato nel Rione dei Fiori. Esplosa tra il 2012 e il 2013, la terza faida di Scampia iniziò con un duplice omicidio: Raffaele Stanchi, alias Lello Bastone e gestore della piazza di spaccio delle "Case dei Puffi", e Luigi Montò, suo uomo di fiducia, entrambi affiliati al clan Abete-Abbinante, furono sequestrati a Villaricca e uccisi a colpi di pistola; i loro corpi, carbonizzati, furono fatti ritrovare in un'automobile a Melito, nel tentativo di far ricadere la colpa sugli Amato-Pagano.

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