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Emergenza rifiuti: cosa succede con lo stop dell’inceneritore di Acerra?

L’impianto inceneritore dei rifiuti della Campania, ubicato ad Acerra, resta fermo per 40 giorni. Il piano per evitare una crisi dello smaltimento della spazzatura prevede la spedizione dell’immondizia attraverso le navi all’estero. Per far sì che questo complesso meccanismo funzioni, occorre che tutto sia preciso come un orologio svizzero.
A cura di Antonio Musella
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Dalla fine del mese di agosto 2019 l'inceneritore di Acerra, unico impianto di smaltimento finale dei rifiuti nella regione Campania, è fermo per lavori di manutenzione che dureranno 40 giorni. Nonostante i lavori fossero previsti da tempo, solo nell'ultimo mese la Regione Campania ha redatto insieme agli enti locali un piano di gestione della crisi, per poter smaltire altrove i rifiuti. Saranno 70 mila le tonnellate di rifiuti che bisognerà smaltire diversamente durante il periodo di stop del termovalorizzatore in provincia di Napoli.

Normalmente i rifiuti raccolti dai comuni, vengono inviati agli impianti STIR delle Province, che producono le balle che vengono bruciate nell'inceneritore.  Il piano di emergenza prevede che i rifiuti raccolti dai comuni, vengano trattati negli STIR, accumulati nei piazzali e in siti attrezzati già esistenti per poi essere inviati via nave all'estero. Ogni nave porterà all'estero circa 3.000 tonnellate di rifiuti e ne partiranno tre alla settimana, al costo per i conti pubblici di circa 240 euro a tonnellata.

Il ruolo della ditta Di Gennaro di Caivano

Nel piano di emergenza c'è anche il coinvolgimento di un'azienda privata la Di Gennaro di Caivano, che raccoglierà i rifiuti in attesa dell'invio all'estero. Proprio l'azienda Di Gennaro un anno fa fu colpita da un terribile incendio di plastiche, cartone ed altri tipi di rifiuti che provocò una preoccupante nube tossica.  Non si conoscono ancora le cifre che l'azienda privata andrà a guadagnare per stoccare i rifiuti nel periodo dell'emergenza.

In campo anche la A2a di Brescia

Anche l'azienda che gestisce l'inceneritore di Acerra, la A2A, poterà una piccola parte di rifiuti fuori regione per poter essere smaltita in altri impianti. Il punto critico del piano messo a punto dalle istituzioni locali riguarda la capacità di smaltire via nave tempestivamente i rifiuti accumulati nei piazzali. Se i siti attrezzati già esistenti dovessero andare al collasso si causerebbe il blocco degli impianti STIR che non potrebbero più accogliere rifiuti, di conseguenza i cumuli resterebbero per le strade di Napoli e della Campania.

A quel punto il problema sarà dove andare a mettere i rifiuti, utilizzando o aziende private o costruendo nuovi siti per stoccarli temporaneamente. Un piano estremamente fragile che prevede un sincronismo tutt'altro che scontato e che farà vivere 40 giorni di passione ai cittadini Campani, con l'incubo dell'emergenza rifiuti.

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Giornalista napoletano, a Fanpage.it dal 2012, videoreporter mi occupo di cronaca, politica, inchieste ed approfondimenti. Tra gli autori di alcune tra le più importanti inchieste di Fanpage.it, mi sono occupato tra le altre cose del caso Ilaria Alpi, delle navi dei veleni, delle attività oscure dei servizi segreti italiani, del contrabbando internazionale. Sono stato tra i primi giornalisti italiani ad occuparsi della Terra dei fuochi, pubblicando negli anni per Fanpage.it numerose inchieste e approfondimenti. Mi occupo da sempre dei temi legati all'ambiente su tutto il territorio nazionale. Ho fatto parte del team di giornalisti che hanno documentato i brogli alle primarie del Pd di Napoli nel 2016 e alle successive elezioni comunali del capoluogo partenopeo documentando il voto di scambio. Vincitore nel 2019 del "Premio Landolfo" e del "Premio Donelli". HO pubblicato 5 volumi tra cui: "Chi comanda Napoli" (Castelvecchi 2012), "Il paese dei Veleni" (Round Robin 2014), "Nuovi Schiavi" (Round Robin 2015).
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