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Furto in casa di Lino Apicella, don Tonino Palmese: “La famiglia non sarà lasciata sola”

“Lasciare sola la famiglia di Lino significherebbe ucciderlo una seconda volta”: lo ha detto don Tonino Palmese, Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, commentando la notizia del furto in casa di Pasquale Apicella, il poliziotto rimasto ucciso lo scorso 27 maggio, nello scontro con una vettura con a bordo dei ladri in fuga dopo una tentata rapina in banca.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Pasquale Apicella
Pasquale Apicella

Dopo il furto in casa di Pasquale Apicella, il poliziotto rimasto ucciso la notte del 27 maggio scorso in un incidente stradale contro l'automobile di alcuni ladri in fuga dopo un tentativo di rapina in banca, si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà in favore della vedova, Giuliana, e i due figli piccoli. L'ultimo in ordine di tempo è stato don Tonino Palmese, Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, associazione che opera per il sostegno alle vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati.

"Apprendiamo sgomenti la notizia del furto compiuto ai danni dell'abitazione nella quale il poliziotto Lino Apicella, ucciso dalla violenza criminale, sognava di vivere con la sua famiglia", ha fatto sapere don Tonino Palmese, "Vogliamo ribadire la nostra più sentita vicinanza ai familiari di Lino, anche attraverso un piccolo ma concreto gesto: l'elargizione di due borse di studio a beneficio dei figli della vittima. Sappiamo che nulla potrà restituire Lino alla moglie Giuliana e ai suoi cari, ma nello stesso tempo non dobbiamo e non vogliamo dimenticare quanto accaduto. Lasciare sola la famiglia di Lino significherebbe ucciderlo una seconda volta", ha concluso. Il furto era avvenuto in una data imprecisata degli ultimi due mesi, come spiegato dalla moglie Giuliana, contattata da Fanpage.it, "Mi hanno svuotato il garage, hanno rubato tutto. Io me ne sono accorta giovedì, ma erano due mesi che non andavo a casa quindi non so quando sia potuto accadere". Ma tra gli oggetti rubati c'era anche un go kart, "dall'immenso valore affettivo", perché regalato dal poliziotto al figlio ed in parte "modificato da mio marito perché nostro figlio non arrivava a mettere i piedini sui pedali e quindi lui aveva fatto fare una modifica in modo che lui potesse guidarlo", ha spiegato ancora la signora Giuliana. Da qui l'appello della donna per la sua restituzione.

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