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Pietro Ioia Garante detenuti, la Polizia Penitenziaria “Non ha i requisiti morali”

Come era prevedibile, la scelta di Luigi De Magistris di nominare l’ex detenuto Pietro Ioia quale garante dei diritti dei detenuti a Napoli , sta scatenando una serie di reazioni contrarie. Le Guardie penitenziarie che si riconoscono nel sindacato Uspp sono infuriate: “Ex detenuto senza esperienza giuridica, non ha i requisiti”.
A cura di Cir. Pel.
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Non va giù ai sindacati delle guardie penitenziarie la nomina di Pietro Ioia a garante dei detenuti di Napoli, voluta dal sindaco Luigi de Magistris, anticipata ieri da Fanpage.it.   "Un ex detenuto nel carcere di Poggioreale per reati quali spaccio di stupefacenti, a garante dei detenuti per la città di Napoli? Assurdo", attacca il presidente dell'Uspp, Giuseppe Moretti. Il sindacato pone un problema di presunta incompatibilità rispetto al bando dello stesso Comune di Napoli. All'interno del documento si parla di una figura che abbia «comprovata formazione e competenza in materia di scienze giuridiche» e «riconosciuta integrità». Il primo è un requisito oggettivamente mancante – quanto meno nella parte degli studi giuridici -. Sul secondo, invece, si apre una polemica: può un ex detenuto "riammesso" in società essere di nuovo considerato "integro"?

Ioia non ha mai fatto mistero di conoscere il carcere e i suoi guai poiché vi ha trascorso oltre 22 anni. È stato infatti recluso nelle carceri italiane e spagnole, tra cui Poggioreale a Napoli, per traffico e spaccio di stupefacenti. Poi, la decisione di denunciare lo scandalo della cosiddetta ‘cella zero', un luogo a Poggioreale dove detenuti venivano vessati dalle guardie penitenziarie, far aprire una inchiesta e oggi, la scelta di rappresentare gli ex detenuti con una associazione e non solo: Ioia è anche scrittore e attore.

"Ci aspettavamo – attacca il sindacato delle guardie pentenziarie –  che la scelta ricadesse su un operatore già impegnato nel sociale, ma con competenze specifiche ed adeguata formazione professionale come da delibera relativa al bando. Non riusciamo davvero a comprendere perché nella maggior parte delle città italiane siano stati scelti avvocati, esperti di diritto, dirigenti penitenziari, professori universitari, mentre il Comune di Napoli ha fatto una nomina ‘alternativa e ribelle', non conforme ai requisiti prescritti e verosimilmente frutto di strategie politiche, con effetti destabilizzanti per le carceri napoletane".

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