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Gay Pride Napoli 2019, insulti omofobi: “Corteo? Li mettevamo a raccogliere la spazzatura…”

Il Comune di Napoli festeggia per l’affluenza al Gay Pride 2019 ma su Facebook piovono decine di commenti omofobi come mai se ne sono visti all’ombra del Vesuvio da quando viene organizzata la festa Lgbtq. “Centomila persone? Ma quando mai, era una banda di quattro scemi”; “Un sacchetto ad ognuno e ripulivano la città dalla spazzatura”. “Il sindaco pensasse alle cose serie”.
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Una rondine non fa primavera, quattro noci nel sacco vuoto fanno più rumore e via discorrendo coi luoghi comuni. Dunque disambiguiamo: non bastano dieci, venti, trenta commenti di natura più o meno omofoba a fare di una intera città un luogo ostile agli omosessuali. Tuttavia a volte capita che in occasione di eventi di richiamo chiari e inequivocabili come un Gay Pride, una certa qualità di persone si dia appuntamento per ironizzare. E, sfoderando le migliori fallacie logico-argomentative finisca per tentar di convincere che non è giusto lottare per i diritti civili altrui se una città, ad esempio, è sporca, come Napoli in questi giorni di crisi nella raccolta rifiuti.

Et voilà: sulla pagina Facebook del Comune di Napoli ecco spuntare un campionario di insulti gratuiti mascherati da preoccupazione nei confronti della città. La nota dell'Amministrazione guidata da Luigi de Magistris ha come al solito il tono pomposo di un D-Day: « Un successo senza precedenti per il Pride napoletano: centomila persone hanno sfilato al corteo per l'eguaglianza dei diritti e contro le discriminazioni..». Il filo conduttore (ammesso che vi sia, in cretinate simili) è quello ben noto del «prima i napoletani». Prima eliminiamo i rifiuti dalle strade, poi ci occupiamo di «queste cose» che da alcuni vengono definiti «diritti complicati», come se il diritto a vivere in uguaglianza venisse un trattino dopo quello alla rimozione dei rifiuti solidi urbani, in una associazione ingenerosa al limite del vergognoso. «Che schifo, pensano sempre alle feste..»; «Una banda di quattro scemi da Tso»; «Un sacchetto a testa pulivano la città…». Ce n'erano tantissimi, questa è solo una piccola selezione. La modalità è sempre la stessa: il Pride non s'ha da fare perché bisogna «pensare alle cose serie».

Ieri sera, forse compulsati dalle segnalazioni, i prodi amministratori social del Comune di Napoli hanno pensato bene di annunciare la mannaia nei commenti: «Invitiamo tutti a commentare in modo rispettoso e civile, senza offendere gli interlocutori. I commenti offensivi saranno rimossi». Una toppa peggiore del buco, visto che ciò non fa altro che alimentare determinati comportamenti.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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