Gragnano, agguato dopo l’omicidio del 17enne, fermate 4 persone: ci sono 2 zii di Nicholas
Quattro persone sono state sottoposte a fermo del pm per l'agguato avvenuto circa un'ora dopo la rissa in cui è stato ferito mortalmente Nicholas Di Martino, il ragazzo di 17 anni, nipote del boss Nicola Carfora detto ‘o Fuoco, ucciso a coltellate nella notte del 25 maggio scorso a Gragnano, in provincia di Napoli; tra i fermati ci sono due zii del ragazzo, fratelli del boss ergastolano.
Le misure cautelari sono state emesse dal sostituto procuratore della Dda di Napoli Giuseppe Cimmarotta, i quattro sono ritenuti coinvolti nella sparatoria contro un ragazzo di 21 anni che era stato ferito al braccio intorno alle 5 del mattino a Gragnano da due persone che avevano aperto il fuoco contro la sua auto; il giovane era riuscito a scappare, si era rifugiato da una zia a Castellammare di Stabia e poche ore dopo, alle otto del mattino, si era presentato nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia. Già dalle prime indagini si era ipotizzato un collegamento tra l'agguato fallito e la rissa di un'ora prima in cui erano stati accoltellati Nicholas Di Martino e suo cugino Carlo Langellotti, 30 anni, quest'ultimo ricoverato in ospedale e sottoposto ad una operazione d'urgenza.
Per la rissa erano stati sottoposti a fermo per omicidio e per tentato omicidio, con l'aggravante mafiosa, il 20enne Maurizio Apicella e il 21enne Ciro Di Lauro. Il gip di Torre Annunziata ha convalidato il provvedimento emesso nei confronti di Apicella ma non quello per Di Lauro; per entrambi è stata comunque disposta la custodia cautelare in carcere. Nei giorni scorsi degli striscioni erano stati affissi per ricordare il 17enne ucciso davanti alla sua abitazione di Gragnano.