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È morto Luciano De Crescenzo

I funerali di Luciano De Crescenzo. Renzo Arbore: “Per lui Napoli era una parola magica”

I funerali di Luciano De Crescenzo, morto giovedì a 89 anni a Roma, all’interno della Basilica di Santa Chiara a Napoli. Sul feretro una sciarpa del Napoli con su scritto: “Ti amo”. Sulla bara dell’artista e filosofo anche una bandiera greca, perché De Crescenzo era cittadino onorario di Atene.
A cura di Enrico Tata
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Un lunghissimo applauso ha accolto l'ingresso nella basilica di Santa Chiara a Napoli della bara di Luciano De Crescenzo, morto giovedì scorso a Roma all'età di 89 anni (fra un mese ne avrebbe compiuti 90). Presenti, tra i tantissimi cittadini che hanno voluto omaggiare il filosofo e artista ci sono l'assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, l'ex sindaco Antonio Bassolino, Marisa Laurito e Renzo Arbore. Proprio Arbore ha dichiarato:  "Appena si nominava Napoli, Luciano si illuminava. Questa era la parola magica per lui: Napoli. Ieri mi hanno chiesto qual è stato il momento più felice e a bruciapelo ho risposto: quando il Napoli ha vinto lo scudetto. Si festeggiava allo stadio, per strada, ovunque. Era tifosissimo del Napoli, quando giocava non si poteva neanche telefonare, non lo si poteva interrompere un attimo. Era tifosissimo e ha fatto diventare tifosi pure noi". Per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, presente anche lui in chiesa, la perdita di De Crescenzo è come la  "perdita di un padre, di un amico, di un uomo di grande cultura ma soprattutto come la perdita di una delle immagini più belle della Napoli e del Sud che noi amiamo: un'immagine fatta di cultura, di profondità di pensiero e di grande leggerezza, ironia, umanità e semplicità dei rapporti".

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Vico Belledonne a Chiaia si chiamerà vico De Crescenzo

Il Comune ha già annunciato che verrà intitolata una strada del capoluogo campano a De Crescenzo e probabilmente sarà vico Belledonne a Chiaia: "Proveremo a realizzarlo nonostante il limite dei 10 anni dalla morte, penso che troveremo la disponibilità di tutte le istituzioni che sono preposte a questo. Vogliamo organizzare con tanti suoi amici illustri, ma anche con varie associazioni, un ciclo di attività per continuare subito a trasmettere il suo pensiero, con il tema: la filosofia e la vita che nasce a Napoli", ha spiegato l'assessore Daniele. "Luciano appartiene al popolo di Napoli. La lingua stessa che parliamo è frutto del suo grande magistero. Lui ha ascoltato il popolo, la gente semplice, dialogava con tutti. I suoi amici più cari hanno detto che ciò che sentivano era essenzialmente l'amore di Luciano per l'altro. Lui ci ha reso fieri. E vogliamo dedicargli una strada", ha concluso l'assessore. L'annuncio è stato accolto con un lungo e sentito applauso.

Sull'altare ci sono i gonfaloni della Regione e del Comune, mentre sulla bara qualcuno ha poggiato una sciarpa del Napoli con su scritto: "Ti amo". Sulla bara c'è anche una bandiera greca, perché De Crescenzo era anche cittadino onorario di Atene. Non è presente il sindaco De Magistris, impegnato a Palermo in una commemorazione di Paolo Borsellino.

L'omelia del parroco: "Ci ha fatto capire la bellezza delle nostre radici"

"Luciano De Crescenzo ha sempre sottolineato con importanza e passione il suo essere napoletano. Diceva, ‘se dovessi rinascere vorrei rinascere napoletano'. Credo che questo sia qualcosa che non solo ci riempie di orgoglio, ma ci fa capire la bellezza delle radici che non dobbiamo mai abbandonare", ha detto don Giovanni Paolo Bianco, il parroco che sta celebrando i funerali. Ha anche declamato i versi di "Era de maggio", una canzone classica napoletana che era la preferita di De Crescenzo.

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Sono giornalista professionista dal 2015 e mi occupo della cronaca di Roma su Fanpage.it. Ho fatto stage a Repubblica.it, Radio Radicale, ho fondato e diretto la web radio 'Radio Libera Tutti' e sono diventato giornalista pubblicista, nel 2010, collaborando con il settimanale locale 'Velletri Oggi'. Ho frequentato la Scuola di Giornalismo Walter Tobagi/Ifg dell'Università Statale di Milano, ho ricevuto una borsa di studio finanziata da Google per l'eccellenza nel giornalismo e ho vinto il concorso 'Una storia ancora da raccontare: Peppino Impastato', organizzato dal Festival Internazionale del Giornalismo.
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