Il sottomarino nucleare americano Uss John Warner era nelle acque antistanti la città di Napoli («in rada» il giorno 20 marzo di quest'anno. Il mezzo navale militare è un sottomarino d'attacco classe Virginia realizzato nel 2015, ovvero la moderna generazione di unità navali sommergibili hunter-killer e utilizza un motore elettrico alimentato da un reattore nucleare a fissione per la propulsione. È lo stesso sottomarino che nemmeno un mese dopo è stato «coinvolto nell'attacco missilistico statunitense in Siria» venerdì scorso, sparando 6 missili Tomahawk.
Perché il Warner era all'ombra del Vesuvio? Presto detto: ha partecipato, tra il 2 e il 16 marzo, all'esercitazione della Nato Dynamic Manta 2018 (DYMA 18) attività d'addestramento dell'Alleanza Atlantica che si svolge al largo delle coste della Sicilia e dove oltre il mezzo militare a stelle e strisce c'erano anche sommergibili provenienti da Canada, Grecia, Italia, Spagna e Turchia, sotto il controllo del Comando Sommergibili della Nato. Inoltre nove navi di diversi Paesi, insieme a aerei e elicotteri.
Lunedì 16 aprile il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ha reso noto che, «appresa la circostanza della presenza in rada del sottomarino» ha scritto al contrammiraglio Arturo Faraone, comandante della Capitaneria di Porto di Napoli per ribadire che l'Amministrazione comunale considera sgraditi i mezzi a propulsione nucleare. «Ho appreso – scrive il primo cittadino – che lo scorso 20 marzo il sottomarino nucleare statunitense Uss John Warner è approdato nella rada della nostra città. Ho letto anche l'ordinanza n.17/2018 che Lei ha emesso per le necessarie e correlate disposizioni di sicurezza e di navigazione. Desidero, a tal proposito, ribadire che il 23 settembre 2015 è stata approvata, su mia iniziativa, la delibera numero 609 con la quale è stata dichiarata “area denuclearizzata” il porto di Napoli». L'ordinanza della Capitaneria documenta che il sottomarino era ad 1,5 miglia marine (2,7 chilometri circa) a Sud di Castel dell'Ovo e che ha sostato in zona dalle 5 del mattino del 19 marzo, giorno di San Giuseppe, alle 20 del 20 marzo. Durante le ore di sosta del mezzo militare fu inibita la sosta di altri mezzi nel raggio di 2.200 metri tranne che per le forze di polizia e per le forze armate.
«L'atto – prosegue la nota del sindaco – pone in evidenza la volontà di interdire l'attracco e la sosta, di qualsiasi natante a propulsione nucleare o che contenga armamenti nucleari. Non solo, ma esprime e riafferma il ruolo di Napoli “Città di Pace”, rispettosa dei diritti fondamentali di ciascuno, convinta del disarmo e della cooperazione internazionale». La nota si chiude con la richiesta al capo della Capitaneria di Porto «di considerare, per analoghe situazioni future che la determinazione e la volontà menzionate nella delibera 609 sono dirette al non gradimento che navi di tale caratteristiche sostino o transitino nelle acque della nostra città».