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Il vescovo di Acerra ai giovani che convivono: “Sposatevi in chiesa anche senza la festa”

Monsignor Antonio Di Donna, vescovo di una diocesi contigua a Napoli, si rivolge ai giovani che hanno deciso di non sposarsi in chiesa per ragioni economiche, chiedendo di contattarlo per ottenere consiglio. Bacchetta, inoltre, i genitori, chiedendo loro di lasciare liberi i figli di scegliere di sposarsi con un matrimonio sobrio.
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Il vescovo di Acerra, a pochi chilometri da Napoli, chiede ai giovani conviventi di sposarsi in chiesa anche se non hanno soldi per i festeggiamenti. In una lettera aperta, monsignor Antonio Di Donna spiega che dopo aver celebrato la cerimonia religiosa non è per forza necessario organizzare un ampio banchetto. Molti, invece, preferiscono convivere senza sposarsi perché, magari, non ci sono i soldi per organizzare una festa tale da creare invidia in amici e parenti. La richiesta, invece, è quella di essere “coraggiosi” e “audaci”, decidendo di sposarsi comunque, con un matrimonio sobrio ed essenziale.

La “lettera del vescovo alle coppie conviventi”, che fa riferimento ad una realtà sempre più in aumento, è scritta da monsignor Di Donna con un tono paterno: dolce, ma fermo. “Rispetto la vostra scelta ma non mi lascia indifferente il fatto che rinunciate a sposarvi in Chiesa solo perché non avete le possibilità economiche per fare “la festa". – scrive il vescovo – Perché vi private di un dono così grande e della gioia di sposarvi come cristiani, davanti al Signore ed alla comunità? Certo non potete fare “la festa", e festa è importante…”

“Purtroppo – prosegue il testo – in questi ultimi cinquant’anni, con l’avvento del consumismo, i sacramenti, ed in particolare il matrimonio, sono stati collegati alla “festa", che spesso cede alle mode del consumo. E, così, siamo giunti all’assurdo che coloro che non hanno le possibilità economiche, rinunciano al Sacramento. No, non è possibile! Questa mentalità, che porta a non arrivare mai al matrimonio perché si pensa a festeggiamenti troppo costosi, non dà priorità all’amore ma tende a concentrarsi su quei particolari (inviti, vestiti, fotografie, ristorante, ecc.) che consumano tanto le risorse economiche quanto le energie e la gioia.”

Monsignor Di Donna lancia anche una stoccata ai genitori dei ragazzi che convivono, a cui dice: “lasciate liberi i vostri figli di decidere e di optare per un matrimonio sobrio; non seguite i pregiudizi della gente” perché spesso, in questi casi, si sentono spesso frasi come “e la gente che dice?" oppure “che figura facciamo?"

Monsignor Di Donna invita i giovani a decidere di sposarsi anche quando non ci sono grandi possibilità economiche, senza temere le critiche degli altri e senza vergognarsi della propria condizione. Chiede, quindi, di rivolgersi per un consiglio ai propri parroci o a lui stesso, lasciando anche, in fondo alla sua lettera, il numero di telefono della Curia perché “la comunità cristiana sarà lieta e felice di sostenervi in questa scelta.”

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Classe 1979, giornalista, esperto in comunicazione istituzionale e sociale. Nel 2012 ha vinto il Premio Adone Zoli per i suoi studi storici e politici. Per Fanpage si occupa soprattutto di questioni religiose e riguardanti la Chiesa cattolica, ma non solo...
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