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La Biblioteca dei Girolamini di Napoli riapre le porte per il catalogo degli incunaboli

La Biblioteca dei Girolamini riapre le sue porte per la presentazione ufficiale di un catalogo con 27 degli oltre 100 incunaboli conservati al suo interno. Il volume con le illustrazioni a colori è il primo risultato della Scuola di Alta formazione, istituita nel 2017 sulla base di una convenzione tra l’Università degli Studi Federico II di Napoli e il Ministero dei Beni e delle Attività culturali dopo la chiusura della biblioteca.
A cura di Titti Pentangelo
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La biblioteca dei Girolamini
La biblioteca dei Girolamini

Quando una libreria chiude sono in molti a piangere. Se poi si tratta della più antica biblioteca di Napoli, inutile dire che la ferita resta aperta a lungo. Proprio per questo motivo quando la Biblioteca dei Girolamini riapre le sue porte è un evento da festeggiare e da omaggiare con la propria presenza. Oggi, giovedì 30 maggio, la Biblioteca riapre le porte al pubblico per la presentazione ufficiale del catalogo degli incunaboli, i più antichi libri a stampa conservati fra le sue mura. Il volume con le illustrazioni a colori è il primo risultato della Scuola di Alta formazione, istituita nel 2017 sulla base di una convenzione tra l'Università degli Studi Federico II di Napoli e il ministero dei Beni e delle Attività culturali proprio per ridare ai cittadini una parte dell'immenso patrimonio librario della biblioteca, chiusa nel 2012. A dirigere la Scuola è Andrea Mazzucchi, docente dell'Università Federico II, che sottolinea:

Un percorso tanto suggestivo quanto atteso tra le pieghe della più antica biblioteca napoletana, che delinea modalità e diacronie nella formazione del fondo librario dei Girolamini e disvela inediti episodi di circolazione libraria tra XV e XIX secolo.

La Biblioteca dei Girolamini e gli incunaboli

Il catalogo degli incunaboli della Biblioteca dei Girolamini restituisce una parte del secolare patrimonio della biblioteca, svelando agli studiosi e alla collettività 27 degli oltre 100 incunaboli che erano conservati sugli scaffali del complesso Oratoriano, fondato nel 1586 e aperto al pubblico nel 1617, diventando un punto di riferimento per gli studiosi dell'epoca come Giambattista Vico. A rendere affascinanti gli incunaboli è proprio la loro storia. Chiamati anche quattrocentine o cinquecentine, sono dei libri stampati con la tecnica a caratteri mobili tra la metà del XV secolo e il XVI secolo. Sono i primi libri moderni e per questo molto rari. Al mondo ne sono conservati 450mila esemplari, di cui 110mila in Italia.

La giornata di riapertura della Biblioteca dei Girolamini inizierà alle 11 con i saluti di Gaetano Manfredi, Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, Arturo De Vivo, prorettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II,  Guido Trombetti, già rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, Edoardo Massimilla, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, Vito De Nicola, direttore del Complesso Monumentale dei Girolamini di Napoli, e Andrea Mazzucchi, direttore della Scuola di Alta Formazione in Storia e Filologia del manoscritto e del libro antico. Nel pomeriggio ci sarà "Books and their owners – Libri, lettori, provenienze", un seminario di studi incentrato sul tema della circolazione libraria tra Rinascimento ed Età Moderna e sullo studio degli incunaboli.

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