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Il suicidio di Tiziana Cantone

Napoli, inaugurata la panchina rossa dedicata a Tiziana Cantone

È stata inaugurata questa mattina, 26 novembre, la panchina rossa in piazzetta Augusteo, nel centro di Napoli, in memoria di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si suicidò dopo essere finita nel tritacarne mediatico in seguito alla diffusione da parte di altre persone di alcuni suoi video intimi. “La morte di mia figlia – dice la madre, Maria Teresa Giglio –
A cura di Nico Falco
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Tornare indietro non si può, e salvare Tiziana Cantone ormai non è possibile. Ma la sua morte, e la storia che a quella decisione l'ha condotta, potrebbero essere la salvezza di tante altre ragazze che si trovano nelle stesse condizioni e che, trovandosi senza nessun supporto, potrebbero decidere nello stesso, tragico modo. È l'obiettivo che persegue Maria Teresa Giglio, la mamma della 33enne napoletana che si è uccisa nel 2016, a 33 anni, a Mugnano di Napoli, dopo che i suoi video intimi erano diventati di dominio pubblico e che era stata travolta dalla gogna pubblica. Oggi, in piazzetta Duca d'Aosta, nel centro di Napoli, è stata inaugurata la panchina rossa dedicata alla memoria della giovane napoletana.

La cerimonia si è tenuta davanti alla funicolare centrale, accanto al Teatro Augusteo, adiacente a via Toledo. Assieme a Maria Teresa Giglio, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, Natalia Sanna, presidente della commissione regionale Pari opportunità, e Francesco de Giovanni, presidente della Prima Municipalità di Napoli. L'iniziativa è stata realizzata col coinvolgimento degli studenti del liceo Umberto, del liceo Mazzini e della scuola secondaria Tito Livio.

"Sto aiutando tre ragazze – dice Maria Teresa Giglio – una si chiama anche Tiziana. Non ho potuto salvare mia figlia ma sto dando coraggio a tante donne che mi scrivono. Io solo per questo sopravvivo. Tiziana era la mia unica figlia, era il senso della mia vita. Ora lo scopo è di essere mamma di tutte le altre ragazze in difficoltà".

Il corpo di Tiziana fu ritrovato senza vita il 13 settembre 2016, quando la ragazza era diventata già un caso e fioccavano le congetture dietro quei video hot che rimbalzavano sui cellulari. C'era chi parlava di promozione per una pornostar, chi ne faceva parodie. La verità era che si trattava di video privati, che avrebbero dovuto rimanere tali e che, quando sono diventati pubblici, hanno distrutto la sua vita. Per la diffusione dei video è in corso una indagine federale negli Usa su 103 indirizzi ip, corrispondenti ad altrettante persone che hanno continuato a pubblicare il video o rivolto offese alla ragazza o a sua madre.

"Quello che è accaduto a Tiziana – continua la madre – serve ora a salvare le altre ragazze, per questo l'associazione si chiama "Tiziana Cantone per le altre". La sua morte deve significare salvezza per le altre donne e incoraggiarle a denunciare, perché anche grazie al codice rosso le procedure sono molto più rapide".

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