Un bando che ha dell'incredibile, quello del Teatro San Carlo di Napoli per «la copertura a tempo indeterminato del posto di addetto stampa». All'interno del documento, pubblicato sul sito internet del lirico partenopeo ci sono dei requisiti che sconcertano. Il più inquietante è il requisito fisico. Il San Carlo cerca infatti un addetto all'ufficio stampa che sia «fisicamente idoneo ed esente da difetti o imperfezioni che possano limitare il pieno ed incondizionato espletamento, in sede e fuori sede, delle mansioni previste». Che significa? Non si sa. Ma sembra un sequel del celebre film «Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata» di Alberto Sordi.
I requisiti sono particolarissimi: è anche richiesta «ottima memoria e meticolosa precisione e professionalità» (come la stabiliranno? Faranno dei test ad hoc?). E ancora: la Commissione che esaminerà i candidati «ha la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di richiedere l’esecuzione totale o parziale del programma», manco si trattasse del provino di un brano musicale a Sanremo. Non è la prima volta che dal teatro partenopeo esce un bando dai contorni grotteschi: nel 2015 fra i requisiti richiesti per un analogo posto da ufficio stampa c'erano «buone capacità di comunicazione ed essere dotato di innata gentilezza».
La lettera del sindacato giornalisti al San Carlo
A insorgere è il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania: con una lettera articolata in sei punti, il segretario del Sugc, Claudio Silvestri, scrive alla sovrintendente del Massimo partenopeo, Rosanna Purchia, evidenziando gli errori rilevati nell’avviso pubblico, ritenuti talmente gravi da richiederne l’immediato ritiro. «Il bando è inaccettabile – spiega Silvestri . Sorprende la mancata conoscenza della norma di riferimento sugli uffici stampa (la legge 150/2000) e della natura dell’albo dei giornalisti, tanto che il requisito richiesto è l’iscrizione a un inesistente “albo dei giornalisti pubblicisti”, discriminando così la partecipazione dei giornalisti professionisti».
«Ma la cosa più grave è un’ulteriore e incredibile discriminazione – prosegue sconcertato Silvestri –: il concorso pubblico del San Carlo limita la partecipazione ai “candidati che siano fisicamente idonei ed esenti da difetti o imperfezioni che possano limitare il pieno ed incondizionato espletamento, in sede e fuori sede, delle mansioni previste. Esenti da difetti o imperfezioni? Ma siamo all’eugenetica? Al San Carlo cercano un giornalista di razza ariana o dalle fattezze di Roberto Bolle? Che fine ha fatto la Costituzione che vieta le discriminazioni perché “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzione di condizioni personali”?». «Per la gravità di questa discriminazione – conclude il dirigente sindacale – ho provveduto a informare il sindaco Luigi de Magistris, nella sua qualità di presidente del teatro, nonché le autorità competenti. E siamo pronti ad impugnare il bando».