
Se il Lungomare si affolla è colpa dei runner! La realtà la si può leggere con disarmante banalità oppure si può cercare di sviscerare i fenomeni cercando di capire che raramente il mondo è fatto di bianchi e neri, è che la realtà è molto più complessa di una foto. Che quello che è successo ieri sera a Napoli non è figlio del folklore, dell'indisciplina (se non in minima parte) dei napoletani ma di un male endemico italiano e del campanilismo partenopeo.
No, non è successo solo a Napoli che il lungomare si affollasse: è successo anche a Trieste e, anche, nella Salerno del Presidente della Regione. Quando si guarda una foto, un video si resta da soli con il proprio telefonino e la propria interpretazione dei fatti. Quando si guardano una foto o un video per poco meno di 3 secondi si rischia di non comprendere i fenomeni ma di reagire in base all'emotività che quell'immagine scatena in noi. Se poi su questi isterismi la politica costruisce la propria azione di governo la frittata culturale è fatta.
Chi, guardando le immagini di ieri sera, vuole fermarsi a un livello interpretativo superficiale può aggrapparsi agli stereotipi; può lanciarsi andare ad analisi un tanto al chilo oppure cercare di capire perché ieri sera il lungomare di Napoli era pieno di gente.
Partiamo dal punto più semplice: dopo 49 giorni di quarantena c'era la necessità di tornare a riappropriarsi degli spazi. Questo non vuol dire farlo senza distanziamento sociale e/o protezioni, vuol dire imparare a convivere con il virus, non è quello che ci dicono da giorni?
C'è un secondo punto. Le fasce in cui fare attività fisica (per delibera della Regione Campania) sono 2: dalle 6.30-8.30/19-22. Cosa ci si aspettava sarebbe successo? Quante persone sarebbero andate a correre la sera dopo il tramonto in una città deserta? Era prevedibile che in molti si sarebbero riversati in strada prima del tramonto.
Infine un terzo punto: le classifiche che tanto odiano i "pasdaran" di qualsiasi dibattito serio sullo stato della città e la sua qualità di vita. Napoli è 84esima in Italia per verde urbano. Peggio di noi solo Cementopoli, Asfaltopoli e qualche altra città in cui il verde è solo un miraggio. La terribile situazione cittadina è aggravata dall'emergenza coronavirus che ha previsto la chiusura di quei (pochi) spazi verdi urbani ancora agibili.
Resta quindi la domanda: cosa vi aspettavate sarebbe successo? Soprattutto la politica cosa si aspettava sarebbe successo? Chi prende le decisioni pensa alle conseguenze delle proprie azioni? O la politica è solo comizi e terrore? O l'azione politica si esaurisce nella caccia al runner, nell'epiteto verso i cittadini?
È serio un paese in cui si dà la caccia al runner 60enne ma non si parla di spazi verdi urbani? È seria una politica che minaccia lanciafiamme e poi gestisce i flussi comprimendoli in fasce? È seria una politica che non si accorge che dopo il tramonto, date le strade deserte e la recrudescenza criminale, c'è meno sicurezza?
Sono queste le domande che dovrebbero nascere dall'osservazione di quelle foto e di quei video. Non si può acriticamente tuonare sulla base dello "shock" emotivo provocato da una foto. La politica ha l'obbligo di analizzare le situazioni e di intervenire per trovare soluzioni. Ma questo richiederebbe una democrazia matura e noi non lo siamo.
