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Opinioni

Lettera a Pino Daniele. Tanti auguri guagliò (non ti stai perdendo niente)

Caro Pino, oggi sarebbe stato il tuo compleanno. Da quando te ne sei andato, in quel mese di gennaio del 2015, sono successe tante cose. Noi, tuoi seguaci da sempre, noi che abbiamo fatto ‘a capa tanta ai nostri figli, nipoti più piccoli raccontandogli di quella volta che dicesti “Mo’ facciamo un blues e ce ne andiamo” e poi restasti a cantare un’altra ora, ecco noi siamo qui con le tue canzoni in testa.
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Preambolo necessario. Per leggere è necessario conoscere il napoletano. Se non lo conoscete problemi vostri.

Caro Pino,
chesta dummeneca è passata tra doje partite e doje resate ma in questo 19 marzo, giorno di San Giuseppe, la zeppola è amara. Oggi avresti compiuto gli anni. Noi avremmo detto «azz, ‘e viste? S'è fatto viecchio pure Pino Daniele». E giù commenti sul fatto che noi ci facciamo vecchi e Gianni Morandi resta sempre tale e quale da trent'anni. Tu non ci sei più e dobbiamo dirlo sinceramente: non ti sei perso niente. Hai presente quando il Napoli vinse lo scudetto e sulle mura del cimitero di Poggioreale scrissero «Che vi siete persi!» (il giorno dopo qualcuno scrisse la risposta…: «E chi te l'ha detto…»)? Ecco, non è questo il caso. Non ti sei perso niente. Il panorama musicale è sempre quello che è, forse peggio. E Napoli è sempre una carta sporca e nisciuno se ne mporta.

Da quel gennaio che è successo, caro Pino? Un macello! Quando te ne sei andato , il 4 gennaio 2015 , fecero un flash mob (cioè si sono dati appuntamento mmiez' a via…) in piazza Plebiscito. Io ci sono andato è stato bello. Nientedimeno ci stava gente che chiagneva, comme sì avesse perzo nu pàte, nu fràte. Poi, che casino per i funerali: ma tu forse te lo immaginavi, tu la storia di Napoli la conosci, ti tirano per la giacchetta pure quando stai col cappotto di legno ‘ncuollo. Insomma, ti hanno fatto 3-4 funerali in giro per l'Italia: Roma, Napoli, Toscana. Ma, non disprezzando, Pinù, quello che hanno fatto a Napoli è stato enorme. Pareva un concerto tuo a Cava dei Tirreni. Ah: sono usciti 5-6 libri al volo al volo. Uà ma che è, li tenevano astipati rint' o tratùro?

Vabbè, non ci dilunghiamo. Ora il problema è questo, Pino: ognuno vo' parlà, ognuno vuole organizzare, ognuno vuole fare qualcosa col tuo nome.
Che fai, glielo dici tu che odiavi queste cose, che gli organizzatori li chiamavi non manager ma "Magna-ger", che per anni ti sei lamentato di quanto abbiano fatto ‘a ricotta sul tuo nome e sulla tua musica?

Noi, tuoi seguaci da sempre, noi, quelli che da quel 5 gennaio di merda camminiamo con le tue canzoni in testa, noi che abbiamo fatto ‘a capa tanta ai nostri figli, nipoti più piccoli raccontandogli di quella volta che dicesti "Mo' facciamo un blues e ce ne andiamo" e poi restasti a cantare un'altra ora, ecco noi siamo qui, con le tue canzoni in testa.

E niente, buon compleanno Pino Daniele. Oggi sei la scusa per mangiarmi un'altra zeppola fritta.

PS. Io non ci credo, ma se veramente esiste questo munno ‘a verità, ogni tanto vieneme nzuonno: non mi servono numeri. Solo la tua musica. Solo un altro blues.

Firmato: un tuo ammiratore per sempre.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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