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Opinioni

Morto in stazione in attesa dei soccorsi. Telefonate choc al 118: “Non ci sono ambulanze”

Marco, 42enne malato di Talassemia, è morto il 3 agosto 2017 in stazione centrale a Napoli. Otto telefonate al numero 118 per chiedere i soccorsi sono risultate inutili. È stata aperta una inchiesta e sono stati acquisite le chiamate. Gli audio choc in cui gli operatori del pronto intervento sanitario dicevano che non c’erano ambulanze e che non ne avrebbero mandate perché non servivano potendo l’uomo essere già morto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Marco D'Aniello, morto in stazione a Napoli
Marco D'Aniello, morto in stazione a Napoli

Mezz’ora per inviare un’ambulanza a un uomo agonizzante in stazione centrale: un’attesa lunghissima e che è stata fatale a Marco D’Aniello, un 42enne deceduto lo scorso 3 agosto a Napoli. Ma quello che emerge oggi, grazie ad alcuni audio pubblicati dal Corriere del Mezzogiorno, sono le incredibili telefonate con i soccorritori. Otto chiamate al 118 con risposte dai toni in alcuni casi assurdi e senza l’invio di mezzi per soccorrere l’uomo in fin di vita: “Non ci sono ambulanze”, si è sentito dire chi ha provato a chiamare il 118. Marco era talassemico, soffriva cioè di una malattia del sangue. È morto a terra, vicino alla banchina ferroviaria nella stazione centrale, in attesa di una ambulanza. In seguito a questo caso, di qualche mese fa, è partita una indagine dell’Asl Napoli 1: così si è dimostrato che invece c’era un mezzo di soccorso libero ma inspiegabilmente non è stato inviato. La commissione disciplinare ha deciso di sospendere temporaneamente gli operatori che hanno risposto alle richieste fatte da più persone quella sera.

Le telefonate choc al 118: "Non di ci sono ambulanze…"

La prima chiamata al 118 è arrivata alle 21.02. La vigilanza della stazione telefona al 118:

Vigilanza: Abbiamo una persona a centro stazione, binario 14 che sta molto male e… caccia sangue dalla bocca. Binario 14, se possibile una cosa urgente, perché dice che sta molto male”.

La seconda chiamata arriva da una guardia giurata:

“Salve, senta siamo le guardie giurate della stazione centrale. Senta noi abbiamo urgentemente… questa persona ha emesso più di 2 litri di sangue dalla bocca”.
Operatore: “Al binario 14?”.
Guardia: “Al binario 14, esattamente. Ha emesso più di 2 litri di sangue dalla bocca. Se con urgenza perché penso che… già sta senza conoscenza. Già è privo di conoscenza”.
Operatore: “Non ci sono ambulanze”.
Guardia: “Non ci sono ambulanze. Andiamo bene!”.

La terza telefonata arriva dalla Polfer:

Agente: “Buonasera, la Polfer. Non so se già vi hanno avvisati: al binario 14 di Napoli Centrale la nostra pattuglia… c’è una persona che sta male, che sta vomitando sangue”.
Operatore: “Vabbè… appena si libera qualche ambulanza ve la mandiamo”.
Agente: “Ok, grazie”.

Poi arriva una chiamata da un passante: una telefonata che inizia ad assumere toni paradossali.

Passante: “Ambulanza?”.
Operatore: “Sì”.
Passante: “Sentite ma c’è un signore che sta vomitando sangue a Napoli Centrale, la stazione. Lo stanno facendo morire qui a terra. Io penso che già è morto anche…”.
Operatore: “Ah, quindi non serve più l’ambulanza…?”.
Passante: “No, come non serve più?”.
Operatore: “Lei ha detto che è morto”.
Passante: “No, non lo sappiamo ancora. È a terra, ricoperto di sangue. Come non serve più?”.
Operatore: “E lei ha detto che era deceduto, scusate”.
Passante: “No, e che sono un medico io?”.
Operatore: “E allora perché dice cose non vere, mi faccia capire”.
Passante: “Ma chi è che dice cose non vere?”.
Operatore: “Lei ha detto che è morto. Lei ha detto che è morto. Ha affermato che è morto”.
Passante: “No, io mica so se è morto”.
Operatore: “Ah va be’, sta arrivando l’ambulanza. Arrivederci!”.

La quinta telefonata parte da un’altra guardia giurata. E anche in questo caso i toni sono assurdi:

Guardia: “Senta, siamo sempre le guardie della stazione”.
Operatore: “Sì”.
Guardia: “Noi abbiamo questa persona che sta emettendo litri e litri di sangue a terra”.
Operatore: “Sì”.
Guardia: “Ci serve un’ambulanza urgentemente, urgentemente!”.
Operatore:”Sì”.
Guardia: “Sì eh… sembra che stiamo parlando con lo scemo dall’altro lato che diciamo sempre sì”.
Operatore: “Ma lei vuole dire che io sono scemo allora?”
Guardia: “No, che mi sta prendendo per scemo”.
Operatore: “No, io la sto sentendo”.
Guardia: “No, perché lei che mi continua dire sì, sì… e allora sembra che sta parlando con lo scemo dall’altra parte del telefono”.
Operatore: “Ma chi è che è scemo? Non ho capito”.
Guardia: “Lei mi sta prendendo per scemo, perché se mi risponde sempre sì, sì, sì, sembra che io sono lo scemo della situazione. Io le sto dicendo che c’è una persona a terra che ha bisogno urgentemente di un’ambulanza e lei scherza su una situazione del genere”.
Operatore: “Lei dice che io sto scherzando?”.
Guardia: “Senta, se lei mi risponde con un sì come se io fossi uno scemo da quest’altra parte…”.
Operatore: “Non ho detto questo, lo sta pensando lei signore…”.
Guardia: “Io lo sto pensando e glielo sto dicendo”.
Operatore: “E va bene, lei può pensare ciò che vuole signore”.
Guardia: “Noi siamo con una persona che sta morendo qui a terra”.
Operatore: “Signore le ambulanze non ci sono”.
Guardia: “Cioè, non c’è priorità per una persona che sta morendo?”.
Operatore: “Signore ci sono altre sei persone come la persona della quale lei parla che sta aspettando un’ambulanza e le ambulanze sono tutte impegnate”.
Guardia: “Le ambulanze sono tutte impegnate. Va bene… le telefonate sono registrate?”.
Operatore: “Certamente signore”.
Guardia: “Siamo a posto… va bene! Buona sera”.

Dopo sono arrivate altre tre telefonate agli operatori del 118, ma quando l’ambulanza è arrivata – dopo le 21.30 – per Marco è stato tutto inutile.

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