La qualità dell'aria su Napoli (e non solo) è in continuo peggioramento. Lo rivelano i dati Arpac che, in queste prime due settimane del 2020, hanno analizzato l'aria della Campania. In particolare, il dato più preoccupante riguarda le polvere sottili, che sforano un po' ovunque e che, negli ultimi giorni, ha visto un ulteriore aumento. Colpa, sicuramente, anche del meteo che in questi giorni non aiuta: se da una parte il cielo libero dalle nubi ha regalato giornate primaverili in largo anticipo rispetto a quelle canoniche di marzo, dall'altro ha contribuito ad aumentare le polveri sottili, evitando che la pioggia, cadendo, ripulisse l'aria dalla stessa. Anche i mezzi di trasporto ci stanno mettendo, ovviamente, del loro: con la Linea 1 della metropolitana partenopea bloccata dopo l'incidente di martedì che ha visto coinvolti tre treni ed ha portato alla sospensione della tratta nelle fermate-chiave che dai capolinea portano al centro storico (e viceversa), sono aumentati i mezzi privati in strada, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di traffico.
Nelle strade, infatti, si sono riversati autobus sostitutivi (complessivamente, le fermate chiuse sono sette: Piscinola, Frullone e Chiaiano nella periferia nord, Garibaldi, Università, Municipio e Toledo nel Centro Storico) oltre a varie automobili, motorini e via dicendo, che hanno aumentato l'emissione di gas di scarico nell'aria. E i risultati non si sono fatti, purtroppo, attendere. L'unione di tutti questi fattori ha lasciato una fitta coltre di smog su Napoli, tanto che il tipico paesaggio del Golfo di Napoli appare sempre più "sfocato" sullo sfondo anche dalle rive del Lungomare, così come sempre più di frequente le persone con occhi particolarmente sensibili accusano fastidi (irritazione, rossore, lacrimazione) dovuti al contatto delle polveri sottili con le retine. Insomma, una situazione non proprio rassicurante: nei prossimi giorni dovrebbero arrivare le tanto attese piogge che, si spera, ripuliranno l'aria da queste polveri sottili e ridaranno un po' di tregua. I dati, diffusi dall'Arpac, mostrano anche alcuni dati particolarmente preoccupanti, e cioè i giorni del 2020 in cui sono già avvenuti "sforamenti" dei limiti massimi di PM10: in alcune zone, i dati parlando di 13, 12 e 11 giorni di sforamenti, sui quindici complessivi considerati dalle rilevazioni.