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Gli schiavi della mozzarella di bufala: negli allevamenti lavoratori a nero, sfruttati e irregolari

La guardia di finanza ha avviato controlli specifici negli allevamenti del Casertano dove si produce il latte di bufala che viene usato per la mozzarella: trovati 12 dipendenti su 24 a nero e riscontrate irregolarità sui rifiuti e sullo smaltimento dei liquami derivanti dalla mungitura. Un immigrato era stato schiavizzato facendo leva sulla necessità.
A cura di Nico Falco
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Immigrati sfruttati col ricatto della necessità, dipendenti senza contratto, migliaia di metri quadrati di terreno trasformati in sversatoi abusivi di liquami. Il lato nascosto dell'oro bianco, la realtà che c'è dietro alcuni degli allevamenti dove si produce il latte che viene usato per una delle eccellenze campane: la mozzarella di bufala. È il settore su cui si stanno concentrano in questi giorni i controlli della Guardia di Finanza, che ha ispezionato 14 allevamenti di bufale del Casertano: la metà dei dipendenti era al lavoro a nero, due ditte sono state denunciate per sversamento di liquami e una terza perché non aveva il registro di carico e scarico dei rifiuti.

L'operazione è partita ieri, 5 giugno, col supporto degli ispettori dell'Asl, dell'Ispettorato territoriale del lavoro e del personale dell'Arpac. I militari dei Reparti dipendenti del Comando Provinciale di Caserta hanno passato al setaccio il territorio limitrofo al comune di Cancello ed Arnone, in provincia di Caserta, uno dei più importanti per la produzione di latte di bufala, dove sono concentrati molti allevamenti di questo tipo. Sono state visitate quelle strutture dove era stata riscontrata una anomalia che era un campanello di allarme: parecchi capi di bestiame ma pochi dipendenti. Così è stato scoperto che, in realtà, le persone che lavoravano in quei centri erano molte di più, ma non erano state inquadrate. Dei 24 lavoratori presenti al momento del controllo, 12, la metà, erano in nero; tra questi, anche due indiani che erano irregolari in Italia. Il datore di lavoro è stato denunciato ma la denuncia è partita anche per i due dipendenti, per i quali sono state inoltre avviate le pratiche per il rimpatrio.

Un altro cittadino indiano, invece, arrivato da poco in Italia e in regola coi documenti, era stato praticamente schiavizzato. Il titolare dell'allevamento sfruttava la sua povertà per pagarlo meno di quanto avrebbe dovuto e per costringerlo a orari di lavoro logoranti in pessime condizioni igieniche. Per tre aziende, dove sono stati trovati lavoratori non in regola, è scattata la proposta di sospensione delle attività.

Due delle aziende controllate sono state denunciate per illecito sversamento di rifiuti e sono state sequestrate due aree, per complessivi 7.000 metri quadrati, dove venivano smaltiti illegalmente i liquami della sala mungitura; i due titolari sono stati denunciati.

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Giornalista professionista dal 2011, redattore di cronaca nera per Fanpage.it dal 2019. Precedentemente ho lavorato per i quotidiani Cronache di Napoli, Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino.
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