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Napoli, arrestato Antonio Abbinante: era il nuovo boss di Scampia, reggente del clan

I poliziotti hanno arrestato Antonio Abbinante, 61 anni, ritenuto reggente dell’omonimo clan; scarcerato circa un anno fa e sottoposto alla sorveglianza speciale, è stato sorpreso a Mugnano di Napoli in compagnia di alcuni pregiudicati. L’uomo è il fratello dei boss Raffaele e Guido ed è il padre di Arcangelo Abbinante, tutti detenuti.
A cura di Nico Falco
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Antonio Abbinante
Antonio Abbinante

Lo hanno fermato nella serata di ieri, 7 novembre, in via Aldo Moro, a Mugnano, in provincia di Napoli, mentre era insieme ad alcuni pregiudicati. Violazione degli obblighi della sorveglianza speciale, e così si sono riaperte le porte del carcere: è tornato dietro le sbarre Antonio Abbinante, scarcerato circa un anno fa e ritenuto a capo del clan di camorra che porta il suo cognome. L'uomo, 61 anni, è il fratello dei boss Raffaele, detto Papele  ‘e Marano, e Guido, entrambi detenuti, ed è il padre di Arcangelo Abbinante, anche lui detenuto e ritenuto ai vertici del cartello Abete-Abbinante-Notturno.

Secondo gli investigatori Antonio Abbinante è il reggente del clan che è egemone in diverse zone di Scampia, tra cui vari lotti edilizi, via Ghisleri e via Fratelli  Cervi. Il 61enne era considerato, fino al 2004, tra gli uomini più vicini al superboss Paolo di Lauro; In quel periodo ci fu la scissione che portò alla prima Faida di Scampia: gli Abbinante si staccarono dal gruppo di Ciruzzo il Milionario, per affiancarsi al cartello degli Amato-Pagano.

Successivamente, nel 2012, il gruppo Abete-Abbinante-Notturno si affrancò dall'organizzazione di Raffaele Amato, Lello ‘a Vicchiarella, con una ulteriore scissione che portò alla Terza Faida di Scampia contro i Girati (Petriccione-Magnetti-Mennetta) della Vanella Grassi, che erano nuovamente tornati col clan Di Lauro; al termine della Faida gli Amato-Pagano dovettero abbandonare Scampia e riparare a Melito. È di questo periodo l'omicidio di Gaetano Marino, ucciso a Terracina nel 2012: il fratello di Gennaro Marino, e anche lui a capo del clan, fu ucciso da una batteria di fuoco degli Abete-Abbinante-Notturno.

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