Cumuli di spazzatura non raccolti in strada, cassonetti al limite e smaltimento sal palo: allora non era colpa degli spazzini sfaticati di Napoli? Pare di no, almeno leggendo la nota che l'Asìa, l'azienda di igiene urbana del Comune di Napoli, ha spedito qualche giorno fa a Palazzo San Giacomo, lamentando una serie di problemi di non poco conto nello smaltimento del pattume. Risultato: l'ex Icm di via Brecce a Napoli Est, stoccaggio "cuscinetto" durante i periodi di crisi dello smaltimento dell'immondizia, si è rapidamente riempita.
Cronologia dell'emergenza di Capodanno
L'8 gennaio 2015 l'Asìa ha comunicato che sono ancora stoccati presso l'ex Icm una «notevole quantità di rifiuti solidi urbani e che non è ancora pervenuto un piano da parte di Sap.Na per la completa evacuazione del sito». Sap.Na, acronimo di Sistema Ambiente Provincia di Napoli, è la società provinciale che si occupa di gestire gli impianti all'interno dei quali si pretratta e smaltisce il rifiuto. Nella stessa nota si comunica che «persistono le debolezze nel funzionamento degli impianti Stir che hanno portato, nei giorni tra la fine e l'inizio del nuovo anno… alla necessità di stoccare presso la struttura ex Icm 1.100 tonnellate di rifiuti». Dunque gli spazzini ammalati non c'entravano nulla. Era un blocco agli impianti che aveva determinato la crisi. Risultato: l'Asìa Napoli ha chiesto al Comune l'autorizzazione a poter utilizzare per «almeno ulteriori 40 giorni gli scarichi e gli stoccaggi presso il sito di via nuova delle Brecce 175».
Comune di Napoli ha concesso il permesso per stoccare lì l'immondizia da spostare poi negli Stir, ovvero gli stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio, quelli che per intenderci pretrattano i sacchetti e li rendono adatti all'inceneritore di Acerra.