Noemi ferita in un agguato, ecco la difesa dei fratelli Armando e Antonio Del Re
Oggi i gip di Siena e Nola hanno convalidato i fermi di Armando e Antonio Del Re, i fratelli accusati di aver pianificato, il primo come esecutore materiale e l'altro come supporto logistico, l'agguato a Salvatore Nurcaro in cui è rimasta ferita anche la piccola Noemi nel pomeriggio del 3 maggio scorso. I due erano stati fermati a Siena e a Napoli nel corso delle indagini, destinatari di un provvedimento di fermo per la cui esecuzione erano stati delegati la guardia di finanza, i carabinieri e la Squadra Mobile di Napoli. Le motivazioni della convalida dei fermi non sono state ancora rese note, ma la difesa ha puntato su diversi particolari per cercare di scardinare l'impianto accusatorio che ha portato alle manette. In mano agli inquirenti c'è anche la testimonianza di una fonte confidenziale, che avrebbe esplicitamente fatto il nome del ragazzo.
La motocicletta rubata
Una parte fondamentale è stata svolta da un testimone oculare che ha fornito alle forze dell'ordine tre numeri della targa della motocicletta usata dal killer. Facendo un riscontro coi lettori ottici di targhe posizionati nei dintorni di piazza Nazionale gli investigatori avevano accertato che quella targa corrispondeva a una Benelli rubata un anno fa nei dintorni di Sorrento. E la stessa marca di motociclette viene menzionata in una intercettazione in cui Antonio Del Re parla di una "Benelli da portare dal meccanico perché non va bene". Secondo l'accusa il riferimento è alla motocicletta rubata, mentre la difesa sostiene che il 18enne si riferisse a una Benelli di cilindrata 125 regolarmente acquistata.
I vestiti
Il killer che ha sparato in piazza Nazionale era vestito di nero. Quella stessa mattina le forze dell'ordine avevano individuato Del Re in un bar di via Marina, e anche il 28enne indossava abiti dello stesso colore. Pochissimi minuti dopo l'agguato, però, Armando De Re era stato ripreso su un altro mezzo a due ruote e vestito con pantaloni grigi e un giubbino bianco a un chilometro di distanza: secondo l'accusa si è cambiato gli abiti e ha preso un altro scooter nel giro di sei minuti.
Il pedinamento
In un altro fotogramma recuperato dagli inquirenti Armando Del Re viene immortalato sul suo scooter poco dopo il passaggio dell'automobile di Salvatore Nurcaro. Per l'accusa è la prova che il ragazzo stava pedinando il 31enne per studiare i suoi movimenti. Del Re ha ammesso di essere lui in quella foto, ma con un'altra spiegazione: non stava seguendo nessuno, stava solo circolando nella zona delle Case Nuove, dove abita. Alcuni dei fotogrammi inoltre non sarebbero stati acquisiti con data e ora del sistema di registrazione ma gli estremi sarebbero stati annotati a penna successivamente.
Il filmato dell'agguato
Nelle immagini della videosorveglianza si vede un uomo completamente vestito di nero che spara e poi, mentre torna verso la motocicletta, sembra avere una andatura particolare, forse conseguenza di una leggera zoppia. Nei giorni scorsi Armando Del Re era stato convocato in questura proprio per osservare il suo modo di camminare. Per l'accusa corrisponde a quella del killer, mentre per la difesa non ci sarebbe riscontro.
Le intercettazioni
Dopo l'agguato alcune persone vicine ai Del Re sono state intercettate mentre parlavano della sparatoria e di Salvatore Nurcaro. Dai loro discorsi si evincerebbe che tra i motivi potrebbero esserci questioni di debiti o passionali, ma non verrebbero citati come coinvolti i due fratelli che sono stati poi arrestati.