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Omicidio di Luigi Galletta, condannato a 18 anni il killer della “Paranza dei bambini”

Confermata la condanna a 18 anni per Antonio Napoletano, ritenuto il responsabile dell’omicidio di Luigi Galletta, il meccanico di 21 anni freddato nella sua officina il 31 luglio 2015. La sua unica colpa fu quella di essere il cugino di Luigi Criscuolo, vero obiettivo dei killer che volevano scoprirne il nascondiglio. Napoletano, all’epoca 17enne, faceva parte della cosiddetta “paranza dei bambini”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Luigi Galletta.
Luigi Galletta.

Diciotto anni di carcere. Questa la pena inflitta ad Antonio Napoletano, considerato il responsabile della morte di Luigi Galletta, il giovane meccanico incensurato che venne ucciso solo perché cugino di Luigi Criscuolo, legato al clan dei Buonerba. Un raid considerato una "ritorsione" verso il giovane meccanico, colpevole a detta dei killer di non averli aiutati a rintracciare il cugino, vero obiettivo della faida di camorra tra i Buonerba ed i Sibillo, che in quel periodo era in piena fase "calda". L'omicidio di Luigi Galletta, per la brutalità con cui avvenne, per le modalità e, soprattutto, per l'estraneità ai fatti del giovane meccanico di 21 anni, sconvolse l'opinione pubblica.

Nessuno sconto, dunque, per Antonio Napoletano, che già in primo grado era stato condannato a diciotto anni: la condanna è stata confermata in Assise per lui, che all'epoca aveva solo 17 anni ed era un esponente di quella che comunemente viene definita "paranza dei bambini". Probabile però che ci sarà un ulteriore passaggio alla corte di Cassazione da parte della difesa di Napoletano. L'omicidio di Luigi Galletta avvenne il 31 luglio 2015, nella sua officina di via Carbonara: tre giorni prima era stato picchiato, poi arrivò la sentenza di morte. Erano convinti che avrebbe rivelato il nascondiglio del cugino, ma lui che era sempre stato estraneo a fatti di camorra, non avrebbe potuto farlo neanche se avesse voluto. Le indagini si erano subito concentrate sulla vendetta di camorra, e alla fine arrivarono a ricostruire l'esatta "filiera" dell'agguato.

La faida di quel periodo non guardava in faccia nessuno: la Forcella del 2015 era una sorta di campo di battaglia. Emanuele Sibillo, il deus ex machina della paranza dei bambini, venne ucciso proprio dai Buonerba, che in pochi giorni riescono a centrare un altro obiettivo: Luigi D'Apice, fedelissimo dei Sibillo. Il doppio colpo è micidiale, e così i Sibillo iniziano a preparare la vendetta: non solo stese e rappresaglie, ma una vera e propria caccia all'uomo, a cercare chi ha ucciso il boss emergente. Tra i "ricercati" c'è anche Luigi Criscuolo, fedelissimo dei Buonerba: ma è introvabile. E così i Sibillo arrivano a Luigi Galletta, il cugino incensurato che a 21 anni lavora come meccanico in una officina di via Carbonara. Lo aggrediscono e lo pestano a sangue per farlo parlare, ma lui non ha idea di dove si sia nascosto Criscuolo. La paura sarà tale che il giovane non denuncerà il fatto, limitandosi a raccontare a casa di essersi fatto male a lavoro, in officina. Tre giorni dopo, i killer fanno irruzione proprio là, e lo freddano per dare un segnale a tutta Forcella. Morirà poco dopo il trasporto in ospedale: troppo gravi le ferite da arma da fuoco riportate nell'agguato. Luigi Galletta muore così, a 21 anni, ennesima vittima innocente di camorra.

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