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Giuseppe Matarazzo ucciso a Frasso Telesino

Omicidio Matarazzo, dopo gli arresti si continua ad indagare: la vicenda non è chiusa

L’omicidio del pastore Giuseppe Matarazzo ucciso a Frasso Telesino (Benevento) appena scarcerato dopo aver scontato una lunga pena per violenza sessuale su minore e i recenti arresti dei presunti assassini non mettono la parola fine ad una vicenda inquietante. Ci sono prove pesanti, ma mancano i mandanti, anche se si indaga sulla pista della vendetta. E nel mirino ci sono i parenti delle ragazze abusate, una delle quali morta suicida.
A cura di Redazione Napoli
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I manifesti affissi dalla sorella di Matarazzo nel luglio 2018
I manifesti affissi dalla sorella di Matarazzo nel luglio 2018
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uiNon sono la fine della storia, gli arresti per la morte di Giuseppe Matarazzo, il pastore di Frasso Telesino (Benevento) ammazzato nell'estate 2018 dopo essere uscito dal carcere dove aveva scontato 11 anni e 6 mesi per abusi su una minorenne, poi suicidatasi. Giuseppe Massaro, 55 anni, di Sant'Agata de' Goti, e Generoso Nasta, 30 anni, di San Felice a Cancello (Caserta), arrestati con l'accusa di aver ammazzato l'uomo avevano altre persone a fiancheggiarle. Di questo sono convinti gli inquirenti della Procura di Benevento che, insieme ai carabinieri del comando provinciale di Benevento e dalla compagnia di Cerreto Sannita, hanno indagato e stanno indagando sulla dinamica del fatto di sangue.

Ricostruito il percorso della vettura, tracciata col Gps, rinvenuta una pistola 357magnum, resta ancora tutta da scrivere la storia del mandante dell'omicidio Matarazzo. È ovvio che la vendetta è il primo elemento sul quale gli investigatori sono concentrati. Lucio Iorillo, il padre delle due ragazzine vittime degli abusi di Matarazzo – che si è sempre dichiarato innocente – resta indagato. Ora si cercano anche tracce monetarie: i due presunti assassini, ammesso che non avessero motivi tali da scatenare una furia omicida, sono stati pagati? E se sì, da chi?

A Frasso Telesino e in generale nella zona si respira aria pesante. C'è chi è convinto della validità di una vendetta , chi invece della questione non riesce nemmeno a parlare e chi ha dei dubbi sull'impianto che portò alla condanna di Matarazzo. Nel luglio scorso, dopo la morte, la sorella del pastore, Teresa Matarazzo, fece scrivere sui manifesti funebri questo testo: «Condannato senza che il DNA corrispondesse è morto atrocemente senza alcuna colpa”, si legge, “Infangare il nome e la memoria di un uomo rappresentano gli unici rimedi per ‘lavare un presunto onore’ e forse alleggerire le proprie colpe. I familiari annunciano la dipartita di Giuseppe Matarazzo. Giustiziato senza avere la ‘tua’ di giustizia, finché avrò vita ti prometto che farò emergere la verità. Ti ridarò la pace che ti hanno tolto. Tua sorella, Teresa».

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