Omicidio Vincenzo Ruggiero, Ciro Guarente in carcere chiede di Heven
Ciro Guarente non cede: nessuna confessione, niente di niente. L'unica cosa di cui parla, anzi di cui chiede, è la famiglia e la "sua" Heven. Dopo due giorni di isolamento, ha ricevuto le prime visite, i fratelli e i genitori, poi venerdì il colloquio con l'avvocato. Per adesso, non parla. La sua formazione militare, in questo momento, sta avendo il sopravvento consentendogli di fare scudo alle accuse. Ma intanto, le indagini continuano a ritmi serrati.
Si cerca la pistola, quella con cui avrebbe ucciso Vincenzo Ruggiero. Il movente sembrerebbe invece ormai certo: la gelosia per il rapporto di amicizia tra il ragazzo e la sua fidanzata, Heven Grimaldi. Intanto, la Procura di Napoli Nord ha varato il pool di scienziati e tecnici chiamati a chiarire quanti più punti oscuri della vicenda: di va dall'esperto di balistica Claudio De Matthaeis, l'antropologo forense Maurizio Cusimano, per il prelievo del Dna lo scienziato Ciro Di Nunzio, quest'ultimo già noto per aver studiato il caso della mistica Natuzza con le stigmate e il caso "Cogne bis".
Il primo obiettivo sarà quello di scoprire il calibro delle ogive ritrovate nel torace della vittima, mentre toccherà al medico Antonio Palmieri ed al tecnico Carmine Testa eseguire l'esame esterno del cadavere e l'ispezione del telefono dell'assassino. Il procuratore Francesco Greco ha anche nominato tre superperiti. Insomma, una equipe di primissimo ordine per cercare di capire il lato oscuro di questa vicenda, nella quale l'unico a non parlare è proprio Ciro Guarente. Salvo chiedere della "sua" Heven.