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Pedofilia, silenzio su Don Mura. La Curia: “Scomparso? Non disponiamo noi dove sia”

Don Silverio Mura, ex parroco del quartiere napoletano Ponticelli è stato trasferito a Montù Beccaria, in provincia di Pavia, dove era con un falso nome da due anni, ed era persino a contatto con i bambini facendo loro il catechismo. Dopo lo scandalo documentato da Fanpage.it, il religioso è sparito. E al momento nessuno sa dove sia.
A cura di Gaia Bozza
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Silverio Mura, ex parroco di Ponticelli
Silverio Mura, ex parroco di Ponticelli

Diego Esposito (nome di fantasia che ha scelto) lotta da otto anni per ottenere la verità e la giustizia su un gravissimo reato che ha trovato il coraggio di denunciare solo dopo molti anni: pedofilia da parte di don Silverio Mura, ex parroco di Ponticelli, che era il suo insegnante di religione. Otto anni fa, insieme a Rete L'abuso, denunciò di essere stato ripetutamente violentato quando aveva solo 13 anni e per molto tempo. I reati sono prescritti dal punto di vista penale, vi è un procedimento civile in corso e già un'indagine interna è stata chiusa senza nulla di fatto.  L'indagine solo recentemente è stata riaperta per volontà di Santa Sede. In più, Don Mura è stato trasferito nel comune lombardo di Montù Beccaria (Pavia), dove era con un falso nome da due anni, ed era persino a contatto con i bambini facendo loro il catechismo. Dopo lo scandalo, documentato da Fanpage.it, il religioso è sparito. Non si sa dove sia.

Diego ha ottenuto, dopo molto tempo, un incontro con la Curia e con il cardinale, l'arcivescovo Crescenzio Sepe. La Curia da un lato ha mostrato una certa disponibilità a fare finalmente luce sul caso, dall'altro nega ogni responsabilità sulle indagini precedenti e su don Silverio Mura ha dato una risposta sibillina: "E' andato via? Non disponiamo noi dove sia", ha detto a Diego il cancelliere, padre Luigi Ortaglio, lasciando intendere che le autorità vaticane se ne stiano occupando più direttamente.  E, di fronte alle insistenze su dove in effetti sia e se sappiano dove sia andato, non c'è stata risposta. Il caso di Diego è stato già chiuso senza esito una volta. Padre Ortaglio, vicario giudiziale aggiunto del tribunale ecclesiastico, gli ha detto: "Sono entrato nel caso nel 2014, ma su don Mura non ci sono mai state calunnie o chiacchiere, c'è stata una levata di scudi a favore di don Silverio".

L'indagine non ha portato a nulla nonostante, però, in un video registrato da Diego, faccia a faccia con quello che ha denunciato come il suo aguzzino, il religioso non nega di aver abusato di lui quando era solo un bambino, anzi gli chiede cosa voglia e gli consiglia di recitare l'Ave Maria. Negli anni, altre vittime hanno denunciato all'opinione pubblica e testimoniano in un procedimento civile aperto contro don Mura per pedofilia e don Ortaglio per presunto insabbiamento dell'indagine ecclesiastica, ma non alla Curia di Napoli, proprio per le vicende alterne vissute da Diego Esposito dopo la sua denuncia, compresa la divulgazione da parte della Curia del suo nome e cognome vero e la perdita del lavoro. C'è stata anche una perizia psichiatrica su Diego, che ora emerge essere stata richiesta dal Vaticano, che si è svolta in maniera strana, con il medico che chiedeva spesso a Diego "come mai avesse accettato un invito a casa da parte del religioso", a soli 13 anni. Inoltre, sempre Diego aveva offerto all'indagine previa della Diocesi di Napoli un dettaglio intimo relativo all'organo sessuale del prelato in questione, che – presumibilmente – solo chi può aver avuto un contatto sessuale con lui può conoscere. Gli è stato risposto, però, che quel dettaglio imbarazzante relativo al suo organo sessuale "potrebbe essere emerso anche in una confidenza fatta da Don Mura a degli amici della parrocchia".

La nuova indagine – Recentemente, l'indagine è stata riaperta su impulso della Santa Sede. Adesso, però, alla Curia non basta la testimonianza di Diego e, di fronte alle nuove vittime intervistate anche dalla stampa, chiede che vadano a denunciare all'autorità ecclesiastica. L'avvocato Carlo Grezio, che assiste Diego e anche le nuove vittime, risponde però: "La Curia sa di chi si tratta perché sono testimoni nel processo civile, hanno paura di rivolgersi all'istituzione ecclesiastica visto quello che è accaduto con il caso di Diego".

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