A Napoli numerosi nuclei familiari attualmente beneficiari del Reddito di Inclusione promosso dal governo Gentiloni potrebbero spontaneamente rinunciare al Reddito di Cittadinanza promosso dal governo Conte: spaventa infatti, l’obbligo di accettare proposte di lavoro previsto dal decreto voluto dal Movimento Cinque Stelle.
Il Governo Conte, infatti, ha deciso di tenere in vita parallelamente i due istituti. Sulla carta, dunque, chi ha ottenuto il Rei potrà scegliere se rinunciarvi e passare al RdC o continuare a ricevere il primo fino alla scadenza dei diciotto mesi previsti dalla legge. Non solo: nonostante il decreto del RdC sia già legge dello Stato, è ancora possibile, almeno fino al prossimo mese di aprile, continuare a richiedere il Rei.
Chi deciderà di usufruire del Reddito di Cittadinanza, almeno per quanto è stato finora reso noto, avrà un contributo economico maggiore: 780 euro contro i 540 massimi previsti per il Rei. D’altra parte, però, se si deciderà di mantenere il Rei non si sarà obbligati a frequentare corsi di formazione, a svolgere lavori socialmente utili presso i Comuni di appartenenza e, soprattutto, non ci sarà l’obbligo di accettare posti di lavoro entro cento chilometri, pena la decadenza del sussidio.
Chiaro che chi comunque fa qualche lavoretto in nero, a cui somma già oggi il contributo statale, due conti se li farà: avere 540 euro mensili senza alcun obbligo particolare può essere meglio che guadagnarne 240 in più con tutta una serie di vincoli. Ecco perché, alla fine, in tantissimi nel capoluogo partenopeo potrebbero stabilire di continuare a percepire il Reddito di Inclusione.
Per ottenere il Rei, il Governo ha lasciato inalterati i requisiti: essere cittadino italiano o straniero in possesso di permesso di soggiorno UE di lungo periodo e risiede in Italia in modalità continuativa da almeno due anni (e non da dieci, come invece previsto per il reddito di cittadinanza), un modello ISEE non superiore a 6.000 euro, un valore ISRE non superiore a 3.000 euro, un valore patrimonio immobiliare (esclusa la casa di abitazione) non superiore a 20.000 euro, un patrimonio mobiliare non superiore a euro 6.000, accresciuta di euro 2.000 per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000.