Regione Campania, Vincenzo De Luca a rapporto da Matteo Renzi a Roma
È arrivato a Palazzo Chigi nel tardo pomeriggio, dribblando i cronisti e infilando il portone senza proferir parola, Vincenzo De Luca, governatore in pectore della Regione Campania, a Roma per incontrare il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Sul tavolo del premier il caso Campania è complesso e non privo di tensioni. De Luca è stato eletto e ha riportato la Regione al centrosinistra ma la vicenda della Legge Severino, la sospensione e il rischio di una ingovernabilità di fatto dell'Ente di Palazzo Santa Lucia è altissimo. Renzi non vuole correre questo rischio né tantomeno De Luca, ormai alla svolta politica della sua vita, vuole rinunciare a governare. Tra i nodi c'è quello della giunta e cruciale è il ruolo del vicepresidente che dovrebbe di fatto tenere il timone della Regione durante l'eventuale blocco del governatore disposto dalla Severino. I nomi che circolano sono tanti, da quello di Assunta Tartaglione, segretario regionale del Pd Campania a quello della renziana europarlamentare Pina Picierno. Di certo c'è che Matteo Renzi ha intenzione di dare una sua impronta alla vicenda e individuare una soluzione solo parzialmente ‘partitica' e sicuramente non frutto di calcoli interni alla vicenda elettorale campana.
Stamane il presidente eletto in una intervista a 24Mattino su Radio 24 aveva dettato la sua ‘road map': "Ci sarà la comunicazione al Presidente del Consiglio il quale avvierà la consultazione con il ministro dell'Interno, il ministro delle Regioni e poi prenderà le sue determinazioni. E poi in caso di sospensione io farò ricorso. E c'è già un precedente: la Corte d'Appello di Bari rigettò la sospensione reintegrando un consigliere regionale". De Luca ha attaccato chi chiede una sospensione immediata. "Per qualcuno – ha detto – doveva avvenire anche ieri o prima delle elezioni, siamo un Paese che e' un circo equestre. Ci sono i grillini, poi, specializzati nel presentare ricorsi. Metteremo sulla loro lapide: ‘Presentarono mille ricorsi', è l'unica attività politica che fanno. Noi – ha concluso – ce ne andremo quando lo decideranno i cittadini elettori".