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Napoli ha già avuto il suo Banksy: il pittore pazzo di Pazzaglia nel Mistero di Bellavista

Un delizioso Riccardo Pazzaglia pittore pazzo decenni prima di Banksy nel ‘Mistero di Bellavista’ di Luciano De Crescenzo teorizzava che “L’arte non si vende, l’arte si distrugge”. E che si vende anche un’emozione, insieme ad una tela. A molti affezionati ammiratori di Pazzaglia sarà tornata in mente questa scena dopo la sortita dell’artista inglese che ha distrutto una sua opera appena battuta all’asta.
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L'ultima trovata dell'anonimo artista Banksy, l'opera si autodistrugge dopo essere stata venduta all'asta per 1,2 milioni di dollari ci ricorda qualcosa: che non si vende solo un quadro, ma si può vendere anche una emozione. E la frase non è di un grande artista, ma del marchese alias Riccardo Pazzaglia, nel Mistero di Bellavista, fortunato sequel di Così parlò Bellavista di Luciano De Crescenzo.

La scena è la seguente: Pazzaglia (che nel primo film fu l'uomo del cavalluccio rosso) stavolta interpreta un abile truffatore che con la complicità della moglie (Marisa Laurito) vende finti quadri d'autore a ignari acquirenti, una volta spacciandosi per un poveraccio con necessità economiche, un'altra per un pittore stravagante che distrugge i dipinti anziché mostrarli o venderli «L'arte non si vende, l'arte si distrugge!» dichiara lo strepitoso Pazzaglia cercando di rompere la tela "Tramonto con papaveri", omaggio a Van Gogh.

Una scena davvero gustosa e che oggi è probabilmente tornata alla mente di molti affezionati di questo grande paroliere, attore scrittore e sceneggiatore, Pazzaglia, forse non ricordato il dovuto dalla città che amava tanto.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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