Antenne telefoniche sui palazzi, a pochi metri dalle abitazioni, e perfino sui campanili delle chiese. Da via Mastellone a vico Giganti, alla Parrocchia di San Francesco e Santa Chiara a Ponticelli, alla villa settecentesca Pignatelli di Monteleone a Barra, i comitati “No ripetitori” a Napoli sono sul piede di guerra, mentre al Comune di Napoli ci sono molte interrogazioni presentate dai gruppi M5S e Verdi. In città si contano quasi 900 antenne e microcelle. Lo sviluppo e la diffusione delle tecnologia sono un elemento fondamentale per il progresso e la legge prescrive rigorosi controlli sulle emissioni per tenere a bada l'elettrosmog, ma i comitati civici chiedono chiarezza su alcune installazioni, considerate troppo vicine alle abitazioni o posizionate in luoghi poco consoni. Tra i casi più recenti, c'è quello degli abitanti di via Mastellone, dove dovrebbe essere installato un ripetitore. Le famiglie sono scese in piazza e si sono affidate agli avvocati. Nel pomeriggio, anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca, ha incontrato i comitati nel corso di un sopralluogo, chiedendo la sospensione dei lavori.
La materia è regolata dalle leggi nazionali e regionali. Ma anche il Comune può dire la sua su alcuni aspetti. Nel caso di Napoli, però, il regolamento comunale che vieta di installare i ripetitori a meno di 50 metri da scuole e ospedali risale a 17 anni fa ed è stato in parte annullato prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato nel 2006. In consiglio comunale c'è chi chiede di aggiornarlo, soprattutto in vista dell'arrivo dei nuovi ripetitori 5G che saranno installati nei prossimi mesi.
Antenne su chiese e ville settecentesche, la battaglia dei comitati
Gli episodi di alcune nuove installazioni avvenute negli ultimi due anni hanno riacceso la preoccupazione degli abitanti. Un grido di allarme che è arrivato anche al Comune di Napoli, dove la questione è al centro dei tavoli di diverse commissioni consiliari. Nel mirino, c'è il caso del ripetitore di via Mastellone, quello del ripetitore sul pilone dell'ex funivia di Posillipo alla Mostra d'Oltremare a Fuorigrotta. Quello dell'antenna che si trova nella Parrocchia di San Francesco e Santa Chiara in via Decio Mure a Ponticelli. Ma anche l'impianto su un palazzo con abusi edilizi, poi condonato, in vico dei Liguori di Marianella a Chiaiano e la recente installazione di un'antenna in Vico Giganti al centro storico. Approfondimenti sono in corso su un'installazione che insisterebbe sulla settecentesca Villa Pignatelli di Monteleone a Barra, per la quale i cittadini hanno inviato una segnalazione al Ministero dei Beni Culturali. Tutti oggetto di diverse interrogazioni di gruppi consiliari, tra i quali M5S e Verdi.
Il regolamento comunale è vecchio di 17 anni
Il Comune di Napoli ha approvato il Regolamento per la “disciplina delle procedure per le installazioni e la modifica degli impianti radioelettrici operanti fra le frequenze di 100kHz e 300 Ghz” con la delibera 104 del 18 giugno 2003. Ma il documento è stato impugnato al Tar Campania dalle compagnie telefoniche nel 2004 ed è stato in parte annullato, con sentenze confermate dal Consiglio di Stato dal 2006 in poi. Nei vari ricorsi, le società hanno contestato tra le altre cose anche la stessa competenza comunale a dettare regole per l’installazione degli impianti radioelettrici dopo la legge regionale 14 del 2001 e il codice nazionale delle comunicazioni elettroniche del 2003, che avrebbero disciplinato in maniera esaustiva la materia. Ma i giudici amministrativi hanno rigettato tale tesi, ritenendo, invece, che il Municipio abbia diritto a conoscere la pianificazione degli impianti, ai fini dei controlli urbanistici, edilizi e ambientali e che “il Sindaco può esercitare i suoi poteri contingibili e urgenti a tutela della salute pubblica “in presenza di particolari concentrazioni di inquinanti o di rischi sanitari” e adottare, nel caso, anche “provvedimenti cautelari”. I giudici hanno invece accolto diverse contestazioni riferite alle prescrizioni tecniche introdotte dal Comune, come i pulsanti automatici sugli impianti che sarebbero dovuti scattare automaticamente in caso di superamento dei limiti, o la misura delle distanze minime da alcuni edifici pubblici, così come è stata rigettata la retroattività del regolamento per gli impianti già installati.
Quali sono i limiti previsti dal regolamento del Comune di Napoli?
Il Tar però ha ritenuto “legittima la previsione per cui gli impianti devono essere installati in modo che gli edifici distanti da essi meno di 50 metri non siano interessati dal lobo principale di irradiazione delle antenne, ma a condizione che il Comune consenta una deroga a tale divieto ove il gestore dimostri l’impossibilità tecnica di una localizzazione alternativa”. Così, come “è legittima l’ulteriore prescrizione per cui gli impianti (ad eccezione delle microcelle) non possono essere installati a meno di 25 metri da edifici adibiti a civile abitazione, luogo di lavoro o comunque tali da comportare una permanenza umana (media) superiore alle quattro ore”. Ok anche al “divieto di installare impianti su coperture sulle quali prospettano direttamente unità immobiliari appartenenti allo stresso fabbricato adibite a luoghi di permanenza superiori alle quattro ore, così come il divieto di installare impianti a meno di 50 metri dalle strutture sanitarie e scolastiche”.
Il ripetitore di via Mastellone, anche De Luca con i comitati
Si tratta, come ricostruisce l'ufficio comunale in un dossier, dell'installazione di un traliccio per telecomunicazionui in via Mastellone 120, autorizzato dal Comune con il silenzio-assenso. Dai rilievi dell'Arpac "non è pervenuta nessuna comunicazione ostativa". E anche per il servizio comunale Ambiente deputato ai controlli tutte le carte sono in regola. Ma i residenti vogliono vederci chiaro e si sono affidati ad un legale. "Bisogna fare tutte le verifiche e gli approfondimenti necessari – commenta il consigliere comunale Pd, Diego Venanzoni – a tutela della salute dei cittadini".
Molte le proteste dei comitati, sul posto è intervenuto anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca: "Ho effettuato un sopralluogo in via Mastellone, a Ponticelli – spiega sul suo profilo social – dove è prevista l’installazione di un'antenna radio di circa 30 metri d'altezza e dove si è costituito un comitato di cittadini ed è in corso una protesta. Per quanto di competenza della Regione Campania, tenuto conto dei primi pareri negativi forniti dall’Arpac, per ragioni di prudenza e in via precauzionale, riteniamo sarebbe opportuna una sospensione dell’intervento anche in considerazione dell’alta concentrazione di antenne dello stesso tipo nel raggio di poche centinaia di metri".
Le battaglie dei comitati “No ripetitori” di Cavalleggeri
Tra i casi più recenti delle battaglie sull'elettrosmog c'è quella di una stazione radio base da realizzare sui piloni dell'ex funivia di Posillipo a Cavalleggeri d'Aosta, adiacente piazza Neghelli, in un'area di proprietà della Mostra d'Oltremare. Il caso esplode nel 2018 e anche il Comune di Napoli si attiva per fare chiarezza, sull'onda delle proteste dei comitati. Gli uffici ambientali chiedono all'Arpac un parere sui campi elettromagnetici generati dall'impianto. Il 12 dicembre, l'Arpac scrive che le “verifiche evidenziano livelli di campo elettromagnetico entro i limiti di esposizione”. Per il Comune, però, “l'accertamento, effettuato in accordo con i comitati, non si è svolto nei pressi del pilone per il quale è in istruttoria la richiesta di installazione”. Il 15 luglio scorso, infine, il Cda della Mostra ha deliberato la rescissione contrattuale con la società installatrice dei ripetitori, rendendosi disponibile a una mediazione per evitare la causa.
L'antenna sulla Parrocchia di San Francesco e Santa Chiara
Riflettori puntati anche sul ripetitore realizzato sulla Parrocchia di San Francesco e Santa Chiara in via Decio Mure, nel Rione Lotto Zero di Ponticelli, a 150 metri dall'Ospedale del Mare. Lo scorso aprile, la compagnia telefonica presenta la SCIA per la modifica dell'impianto pre-esistente, che dovrebbe essere innalzato. Subito dopo scoppia la polemica tra i residenti. Sulla questione anche il M5S chiede chiarimenti in Comune. Secondo gli atti acquisiti, il 23 maggio, l'Arpac dà parere “non favorevole” al progetto modifica. Anche il Comune diffida la società, che però il 30 maggio presenta una nuova richiesta all'Arpac, proponendo una diversa configurazione radioelettrica. Su questa base, il Municipio revoca la diffida.
La compagnia, quindi, tra giugno e luglio comunica "l'inizio dei lavori non strutturali e la prosecuzione degli strutturali". Il 5 agosto, però, l'Arpac dà un nuovo parere negativo e il Comune invia una seconda diffida. La società presenta allora un nuovo progetto che finalmente il 2 settembre ottiene l'ok dell'Arpac. Il 10 settembre il Comune revoca la seconda diffida. La vicenda è oggetto di un approfondimento anche della Polizia Locale. “L'installazione dell'impianto – scrivono i caschi bianchi nella relazione del 14 settembre scorso – risale al 1999. Nel cortile della chiesa è presente una struttura di circa 7 metri che dovrebbe servire per l'innalzamento dell'antenna, ma allo stato non è stato iniziato alcun lavoro”. I vigili si sono attivati presso la Curia Arcivescovile per approfondire la questione.
Dossier al Ministero sull'antenna nella Villa settecentesca
Un altro caso riguarda la realizzazione di un impianto radioelettrico a Barra, nella zona tra via Villa Romana 171 e Corso Sirena 7. In questo caso, la compagnia telefonica ha presentato la domanda in Comune lo scorso febbraio. E l'opera è stata autorizzata in base al principio del silenzio-assenso. Ma al Comune è stato poi aperto un approfondimento, perché sulla struttura “ci sarebbe un vincolo diretto della Soprintendenza”. La segnalazione è arrivata in questo caso dall'architetto Marco Ferruzzi, che il 31 agosto scorso ha scritto al Ministero dei Beni Culturali e alla Soprintendenza di Napoli, chiedendo di fare chiarezza. Secondo il professionista, infatti, il luogo scelto per il ripetitore sarebbe “la settecentesca Villa Vesuviana Pignatelli di Monteleone”. “Sia la villa che il parco sarebbero coperti", secondo l'architetto, “da vincolo diretto imposto dal Mibact con decreto ministeriale del 1976. A pochi metri di distanza – aggiunge – sempre all'interno dell'area del giardino della villa vesuviana è già presente un'altra antenna”.
Sulle barricate anche i comitati del centro storico
Accolto tra le proteste dei comitati civici anche il ripetitore in vico Giganti 20, da realizzare su un condominio privato. I residenti lamentano sia la realizzazione della struttura in un'area, all'interno del sito Unesco, dove già sono presenti altre antenne. Nonché la vicinanza a luoghi molto frequentati dai turisti, come San Gregorio Armeno. A fine 2018, invece, i comitati “No ai ripetitori” sono scesi in piazza per protestare contro l'installazione di un ripetitore in vico dei Liguori a Marianella, nella periferia nord di Napoli. Un gigantesco impianto radioelettrico con 7 antenne, sul tetto di un palazzo con abusi edilizi, poi condonati dal Comune. La rabbia dei residenti era scoppiata perché in una delle abitazioni a pochi metri dal ripetitore vivevano anche due bambini affetti da cancro. L'antenna era stata installata nel cuore della notte il 28 novembre 2017, con l'ausilio delle forze dell'ordine. Ma l'attivazione era stata ritardata dopo il ricorso al Tar dei residenti.