Miracolo di San Gennaro 2017, alle ore 10 si è sciolto il sangue del patrono di Napoli
Alle ore 10 si è sciolto il sangue di San Gennaro nella solennità del 19 settembre 2017. Il Cardinale Crescenzio Sepe ha tratto l'ampolla col plasma del Patrono di Napoli dalla cassaforte del Duomo e il sangue era già sciolto. "L'abbiamo trovato completamente sciolto all'apertura della cassaforte" ha detto il cardinale. Un grande applauso ha accolto l'annuncio del rinnovato prodigio che da molti napoletani viene definito ‘miracolo'. C'è molta attesa per l'evento autunnale: quando il sangue non si liquefa è infatti funesto presagio per Napoli e i suoi cittadini. Curiosità: anche se il sangue presumibilmente si è sciolto nella notte, se nel verbale redatto ad ogni estrazione delle ampolle dalla cassaforte viene recato l'orario in cui si verifica l'avvenuto prodigio, dunque alle ore 10 circa di stamane.
«San Gennaro mio protettore, prega a Dio nostro Signore / San Gennaro mio putente, prega a Dio pe’ tanta gente». La litania delle ‘parenti di San Gennaro‘ dalle prime luci del giorno risuona nel Duomo di Napoli dove oggi, 19 settembre, solennità di San Gennaro vescovo e martire si attendeva il prodigioso evento della liquefazione del vescovo di Pozzuoli, santo patrono della città di Napoli, evento puntualmente avvenuto. Alle ore 9.56 lo squillo della campanella di Santa Restituta ha sancito l'apertura della Celebrazione della solennità del patrono, presieduta dal cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. Quest'anno oltre il sindaco Luigi De Magistris e il governatore Vincenzo De Luca è annunciata la presenza, tra gli altri, del presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi e del vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, fresco di ‘investitura' a candidato premier del Movimento 5 Stelle. Poco dopo, il festoso annuncio segnalato dallo sventolìo di fazzoletto del capo della Deputazione di San Gennaro: dall'ampolla era facilmente visibile il sangue, fino a poco fa coagulato e ora misteriosamente tornato liquido.
«Colpisce lo straordinario aumento di volume – ha detto Don Doriano, capo della comunicazione della Diocesi di Napoli in diretta ai microfoni dell'emittente campana Canale 21 – particolarmente evidente, che è andato oltre la metà del contenitore". L'interpretazione è che il Santo Patrono si rivolga ai napoletani chiedendo loro di svegliarsi e agire. Poco dopo l'avvenuto evento il porporato si è recato sul sagrato del Duomo per far osservare ai fedeli le ampolle. L'edizione 2017 è stata la prima caratterizzata da un massiccio dispositivo di sicurezza, ora obbligatorio per l‘allerta terrorismo che interessa tutt'Europa: jersey di cemento sbarravano parte di via Duomo, esercito, polizia e carabinieri, in tutto circa duecento uomini, presidiavano l'area già dalle prime ore del giorno.
L'omelia di Sepe ricorda Ischia e gli incendi dolosi
Il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ha ricordato i momenti difficili degli ultimi periodi in Campania. Dal terremoto di Ischia di fine esatate ai devastanti incendi dolosi sul vulcano Vesuvio. Sepe parlando del martire Gennaro che fu decapitato proprio dov'è oggi la Solfatara di Pozzuoli, ha ricordato il dramma della famiglia sterminata pochi giorni fa nell'area vulcanica a causa di un incidente. Ha parlato anche della necessità di pace mondiale contro il terrorismo: «La pace non cade dal cielo, si costruisce». «È arrivato per Napoli il momento di pensare a che cosa ognuno di noi puo' fare per gli altri e per la città, prima ancora di chiedere che cosa la città può fare per noi» ha rimarcato parafrasando una storica fase di John Kennedy sugli Stati Uniti.
«Non si tratta di decretare l'inadeguatezza o l'indolenza o l'inefficienza di alcuno – ha affermato ancora il porporato dall'altare del Duomo – ma di venire loro incontro in modo diverso, facendo emergere le rispettive responsabilità per realizzare il bene comune, lo sviluppo e la civile convivenza». «Usciamo dall'indifferenza e dall'egoismo e rivolgiamo la nostra attenzione al rifugiato, all'immigrato, allo straniero, al diverso, ma anche al barbone che incontriamo all'angolo delle strade e al vicino di casa che si nasconde per vergogna, per mancanza di lavoro, per solitudine». Poi com'è oramai consuetudine, Sepe ha congedato i fedeli con il tradizionale motto ‘a Maronna v'accumpagne, la Madonna sia con voi.
La storia di San Gennaro, patrono di Napoli
La storia di San Gennaro è quella di un napoletano, nato nella seconda metà del III secolo, eletto vescovo di Benevento e decapitato per ordine di Diocleziano il 19 settembre del 305. Si narra che durante l'esecuzione, una nobildonna, Eusebia avesse raccolto in due ampolle il sangue del martire, custodendolo con molta venerazione e che dal 1389 il liquido custodito nell'ampolla si liquefa. Il fatto si ripete ogni anno nell'anniversario del martirio, il 19 settembre, quindi nel primo sabato di maggio, in cui si ricorda la prima traslazione da Pozzuoli a Napoli, e il 16 dicembre, anniversario della terribile eruzione del Vesuvio arrestata, secondo la credenza dei napoletani, per intercessione del loro patrono.