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Bloody Money, inchiesta su rifiuti e politica

Sei mesi nell’inferno dei rifiuti per dimostrare che la Terra dei fuochi non è finita

La complessa inchiesta giornalistica di Fanpage.it mostra quanto sia facile ancor oggi infiltrarsi e corrompere il ciclo dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Calarsi nel ventre molle del sistema di potere e politica è costato mesi di lavoro e di rischi. Tutto per ribadire un principio: la necessità di fare la propria parte nella lotta alla corruzione in Italia.
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«Guai a voi, anime prave!». Il Caronte che traghetta nell'inferno dello smaltimento dei rifiuti in Campania non è neutrale come quello della Commedia di Dante. Lui nel suo girone infame c'è e da tempo. È Nunzio Perrella, il primo boss pentito di camorra a raccontare i traffici illeciti di rifiuti. Ascoltato, intervistato, interrogato innumerevoli volte, visto in programmi televisivi, in inchieste, letto nei libri di giornalisti e protagonista di volumi che egli stesso ha messo nero su bianco, Perrella ha ancora la chiave giusta per condurre il giornalista attraverso l'intricata rete di contatti che in Campania e in altri luoghi d'Italia si occupano di appalti della monnezza. 

Il cronista paga un prezzo per il viaggio: è quello di avere a che fare con la peggior specie di personaggi, quelli che lucrano senza farsi scrupolo di inquinare acqua, terre, aria. Gente che non avrebbe problemi ad affrontare un giornalista e zittirlo. L'altro prezzo che paga il cronista è, incredibilmente, a fine corsa: nonostante abbia deciso di comunicare tempestivamente ogni suo movimento alla magistratura, si trova indagato dalla procura di Napoli con un'ipotesi di reato brutta per un giornalista, «induzione alla corruzione». Ovvero chi «offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio». Ma è così? È andata così? La magistratura farà il suo lavoro, senza fermarsi. I giornalisti faranno il loro. Senza fermarsi, in un mondo che invece li vuole contemplativi o al massimo ruminanti di news d'agenzia.

Sminiamo un campo fatto di troppe trappole e di tanti professori di giornalismo dell'Università della strada che sono spuntati nel giro di poche ore. Non ci sono agenti provocatori in questa storia, frutto di 6 mesi di duro e onesto lavoro d'inchiesta di Francesco Piccinini e Sacha Biazzo. C'è una telecamera piazzata nella savana, nella fossa dei leoni che documenta prede e predatori. Sono trent'anni che lo smaltimento dei rifiuti è oggetto di inchieste giudiziarie e di commissioni parlamentari. Dati causa e pretesto era dunque legittimo, giornalisticamente, tentare di appurare se oggi, nell'anno di grazia 2018 il sistema rifiuti della Campania con le sue Terre dei Fuochi e le montagne di ecoballe fosse o no alterabile, corruttibile, hackerabile? Dunque è o non è un lavoro giornalistico calarsi, taccuino alla mano, in questo gigantesco ventre molle, farsi Giona e finire nel corpo della balena sperando di finire sputati a fine viaggio senza troppi danni?

Gli episodi dell’inchiesta

«Abbiamo messo una telecamera addosso a un ex boss dei rifiuti mandandolo in giro per l'Italia a incontrare industriali e politici per prendere accordi in cambio di tangenti. Noi abbiamo fatto questo nell'ambito di un'inchiesta giornalistica. È chiaro che non abbiamo smaltito rifiuti né preso soldi». Così il direttore di Fanpage.it descrive con efficace sintesi l'inchiesta che parte, non a caso, dal giornale online che più ha prodotto nel corso di questi ultimi anni sul tema della Terra dei Fuochi e delle ecomafie.

«Il giornalismo di inchiesta, è espressione più alta e nobile dell’attività di informazione». Non lo dice uno striscione contro i bavagli frutto di una indignazione a targhe alterne. Lo dice la Suprema Corte di Cassazione (sentenza 13269 del 2010).

«La corruzione può essere combattuta soltanto attraverso il convinto coinvolgimento etico e culturale di ciascuno nella società». Non lo dice uno slogan poco convinto di un candidato alle Elezioni politiche del prossimo 4 marzo: lo ha detto Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, nel suo discorso alla Nazione alla fine del 2017.

Farsi carico di questi due pilastri e produrre giornalismo d'inchiesta nell'ambito della lotta alla corruzione per Fanpage.it non è uno slogan. Lo dimostra quest'inchiesta che non è che l'ultima in ordine di tempo È un impegno che costa tempo, soldi, lavoro. E, quando va male, preoccupazioni legali o di altro tipo. Siamo sicuri che i tanti lettori che seguono il lavoro di questo giornale lo hanno capito. E non ci lasceranno soli.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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