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Smog a Napoli e Caserta: traffico e caldaie i peggiori inquinanti: studio della Regione Campania

Traffico stradale, caldaie, navi, ma anche in misura minore incendi di boschi e foreste, vernici e solventi, l’allevamento di animali e perfino l’usura dei freni e lo sfregamento delle ruote pneumatiche in strada. Ecco le principali cause dell’inquinamento atmosferico nell’area di Napoli e Caserta, secondo uno studio della Regione Campania, condiviso con il Comune di Napoli. Negli ultimi anni smog e riscaldamento globale sono aumentati ancora e la lotta per arginare i cambiamenti climatici è all’ordine del giorno. In Campania la situazione ambientale resta prioritaria.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Traffico stradale, caldaie, navi, ma anche in misura minore incendi di boschi e foreste, vernici e solventi, l'allevamento di animali e perfino l'usura dei freni e lo sfregamento delle ruote pneumatiche in strada. Ecco le principali cause dell'inquinamento atmosferico nell'area di Napoli e Caserta, secondo uno studio della Regione Campania, condiviso con il Comune di Napoli. Negli ultimi anni smog e riscaldamento globale sono aumentati ancora e la lotta per arginare i cambiamenti climatici è all'ordine del giorno. In Campania la situazione ambientale resta prioritaria. Nell'ultimo biennio l'Italia è stata deferita dall'Unione Europea a causa degli sforamenti per polveri sottili PM10 e biossido di azoto NO2 e tra le aree sotto osservazione c'è anche la Zona di risanamento Area Napoli e Caserta (Zona IT1507). La Regione Campania si è già attivata per poter migliorare la qualità dell'aria. Attualmente è in corso l'aggiornamento del Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell'Aria che risale al 2007, che prevede diverse misure per ridurre le emissioni di inquinanti nocivi. Tra queste, l'aumento delle giornate ecologiche con il blocco della circolazione dei veicoli, regole rigide per l'uso della caldaie. A marzo 2019 la Regione ha siglato un accordo di programma con il Ministero dell'Ambiente con l'avvio delle misure per rientrare dalle procedure di infrazione.

Lo studio della Regione: ecco cosa inquina di più a Napoli e Caserta

Il rapporto ambientale preliminare della proposta di Piano della Regione Campania è stato sottoposto ai soggetti competenti in materia ambientale, come il Comune di Napoli. All'interno del documento è allegata l'Analisi delle sorgenti emissive dominanti con l'inventario delle emissioni. I documenti sono riportati nella delibera 193 della giunta De Magistris, l'atto quadro normativo per la riduzione dello smog a Napoli, che aggiorna la vecchia delibera quadro del 2015, sulla base del quale nei prossimi anni saranno emanate le varie ordinanze, come quelle delle domeniche o dei weekend ecologici, e i blocchi della circolazione in determinati periodi dell'anno per le categorie di veicoli più inquinanti. “Per le varie zone – è scritto nell'Analisi sugli inquinanti – i dati emissivi dell'inventario, riferiti all'anno 2016, è stata effettuata l'analisi delle sorgenti maggiormente responsabili dei livelli emissivi per gli inquinanti maggiormente critici o in quanto tali o in quanto coinvolti nella produzione di inquinanti secondari. L'analisi – è specificato – ha riguardato gli inquinanti per cui la legislazione fissa standard di qualità dell'aria e per cui esiste un superamento o rischio di superamento (NO2, PM10, PM2,5, Benzoapirene) a cui sono stati aggiunti l'ammoniaca (Nh3) e i composti organici volatili non metanici (CONVM)”.

I dati degli inquinanti peggiori per la zona Agglomerato Napoli-Caserta

Ossido di Azoto (NOx): Totale 23.098,1 Mg, di cui 64,6% imputabile al traffico stradale (di cui 24,2% automobili, 20,4% veicoli pesanti, 14,0% veicoli leggeri, 6,0% motocicli), 14,3% attività marittime (7,4% attività del Porto di Napoli, 5,3% traffico verso e da arcipelago e porti minori).

PM10 (particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron): totale 3881,1 Mg, di cui 43,6% imputabile a impianti di combustione residenziali (caldaie, stufe e camini alimentati a legna, pellet o altro), 20,4% traffico stradale (5,9% automobili, 3,3% veicoli pesanti, 7,2% veicoli leggeri, 4,0% motocicli), 15% componente usura freni, gomme e abrasione strada veicoli stradali, 3,4% attività marittime.

PM2,5 (particelle sospese con diametro inferiore a 2,5 micron): totale complessivo 3226,1 Mg, di cui 51,2% imputabile a impianti di combustione residenziali (caldaie, stufe o camini a legna e pellet o altro), 23,9% traffico stradale (6,6% automobili, 3,9% veicoli pesanti, 8,5% veicoli leggeri, 4,8% motocicli), 9,5% componente usura freni, gomme e abrasione strada veicoli stradali, 4,1% attività marittime.

BENZO(A)PIRENE: totale 380 Mg, di cui 80,3% imputabile a impianti di combustione residenziali (caldaie, stufe e camini alimentati a legna, pellet o altro), 4,6% incendi forestali.

COVNM (composti organici volatili non metanici): totale 25.255,5 Mg, di cui 31,3% imputabile al settore dell'applicazione di vernici, 20,9% ad altro uso, in particolare domestico di solventi, 31% veicoli a benzina (di cui 19,6% motocicli, 4,1% automobili, 7,3% emissioni evaporative dei veicoli), 5,2% agli impianti di combustione residenziali (caldaie, stufe o camini a legna e pellet o altro).

AMMONIACA NH3: totale 1229,0 Mg, di cui 49,6% imputabile all'allevamento di bestiame, 16,8% coltivazioni con fertilizzanti, 13% impianti di combustione residenziali (caldaie, stufe o camini a legna e pellet o altro), 9,4% automobili.

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