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Tanta solidarietà per Jerry, paralizzato dopo una aggressione a Castel Volturno

L’intervista di Fanpage.it a Jerry è diventata virale. Il ragazzo di 29 anni è rimasto paralizzato dopo essere stato colpito alle spalle per il colore della sua pelle. La sua storia ha fatto il giro d’Italia e ha mosso un grande sdegno nella collettività che ha subito cercato di aiutarlo. Sono arrivate chiamate da ogni dove per sapere come contribuire ad alleviare il dolore di questa vittima di razzismo. Fanpage.it è tornata in ospedale da Jerry e ha raccolto il suo messaggio.
A cura di Flavia Grossi
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Dopo la pubblicazione della storia di Jerry, il ragazzo rimasto paralizzato in seguito a un'aggressione razzista avvenuta su un pullman a Castel Volturno, vi è stata una grande mobilitazione a livello nazionale. Persone da tutta Italia si sono messe in contatto con il suo avvocato, Hilarry Sedu, per avere informazioni su come poter dare il proprio contributo per aiutare Jerry. Quest'ultimo come prima cosa ha chiesto compagnia, ha chiesto che le persone lo andassero a trovare, in quanto ricordiamo che Jerry è solo in Italia, lontano da tutti i suoi affetti familiari. Nel contempo però è partita una colletta spontanea per assistere il ragazzo anche economicamente. A Jerry sono per ora arrivati più o meno 350 euro, dei libri e qualche felpa, ma la cosa più importante è che qualcuno lo sia andato anche a trovare, sollevandolo dal senso di solitudine.

Jerry ci ha tenuto a ringraziare personalmente tutte queste persone, Fanpage.it è quindi tornata da lui per aiutarlo a diffondere il messaggio di gratitudine: "Grazie assai a tutti quanti, perché io non avrei saputo come mangiare senza questi soldi". Jerry è una persona che non chiede e soprattutto che non pretende, non a caso – rispondendo a quanti volessero aiutarlo – ha risposto che gli sarebbero bastati dei libri di inglese e delle visite in ospedale, nel quale è ancora ricoverato. Dalle risprese Jerry è quasi irriconoscibile rispetto a quando lo abbiamo intervistato dopo l'aggressione: ora sul suo viso si è aperto un largo sorriso e nei suoi occhi c'è nuova luce, si intravede una ritrovata fiducia – per nulla scontata dopo quanto gli è capitato – nei confronti dell'umanità della gente.

Lo si intuisce anche da ciò che dice: "Se mai tornerò a camminare verrò a salutarvi tutti, casa per casa! Grazie a tutti quanti". Questa solidarietà è estremamente importante non solo per Jerry, ma anche per tutti coloro che sono state e sono tutti i giorni vittime di razzismo. Le aggressioni sono sempre più frequenti – e stiamo parlando solo di quelle che sono state denunciate – ma allo stesso tempo si registrano anche quanti con tutta questa violenza non vogliono averci a che fare, tutti coloro che cercano di combatterla con i mezzi che hanno a disposizione, che si tratti di soldi o di libri, tutti coloro che credono ancora fermamente che siamo tutti uguali e che rifiutano di piegarsi a vergognosi pregiudizi. Per quanto la dialettica xenofoba e fascista sia ormai all'ordine del giorno è importante ricordare e far ricordare concretamente – come avvenuto per il caso di Jerry – su cosa si basa la nostra Repubblica e la nostra Costituzione, la più avanzata al mondo sulla tutela dei diritti di tutti e non solo degli italiani. È vero, non si può sempre fare affidamento sulla coscienza e la solidarietà dei cittadini, ma far capire che questa coscienza collettiva anti-razzista e anti-fascista esiste ed è forte è motivo di orgoglio e significa anche onorare quei valori – sempre costruiti dal basso – che ci hanno liberati da una terribile dittatura.

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