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Strage di Secondigliano, il killer Murolo tenta il suicidio in carcere

Strage di Secondigliano, l’infermiere autore dei cinque omicidi, recluso a Poggioreasle, ingoia medicinali e rifiuta il ricovero.
A cura di Redazione Napoli
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Ha tentato il suicidio ingerendo una dose massiccia di farmaci, Giulio Murolo, il killer del 15 maggio a Secondigliano, autore di cinque omicidi. L'uomo, recluso a Poggioreale nel reparto Firenze, è sedato con una serie di farmaci. Non ha preso le dosi di medicine per qualche tempo, usando un sotterfugio per poi ingurgigarli tutti d'un botto. "Del resto l'uomo, essendo un infermiere – dice Antonella Guida, direttrice sanitaria dell'Asl Napoli 1 Centro a Il Mattino – conosce bene i dosaggi". Giulio Murolo è attualmente al centro clinico del carcere di Poggioreale, sotto costante controllo sanitario.

Nulla si sa sulla sua diagnosi psichiatrica, che resta riservata. La difesa si incentra infatti sulla incapacità dell'uomo di intendere e quindi su una serie di perizie di parte. Il 48enne ha rifiutato ricovero e lavanda gastrica. Un'intera giornata in osservazione sanitaria e di nuovo il trasferimento in istituto. Murolo ha ammazzato il fratello, la cognata, due vigili urbani Francesco Bruner e Vincenzo Cinque che si erano frapposti tra lui e la cittadinanza e un passante, Luigi Cantone.

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