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Tony Tammaro bersagliato dalla sinistra: “Non dovevi cantare per Lettieri”

Il ‘re dei tamarri’ bersagliato sui social per la scelta di chiudere (con altri artisti) la campagna elettorale di Gianni Lettieri in piazza Municipio. La replica del cantautore: “Faccio questo lavoro da 25 anni, sono un professionista vado ovunque mi paghino onestamente e senza discriminare per ragioni politiche”.
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Dopo decenni passati a cantare di piazza in piazza, apprezzato dal ‘popolo' e dal pubblico ‘di nicchia' (ammesso che esistano l'uno e l'altro quando si cerca una bella risata), Vincenzo Sarnelli, meglio conosciuto come Tony Tammaro si trova a dover affrontare una cosa peggiore di tutta Baia Domizia (povera Patrizia!): la campagna elettorale per le elezioni Comunali 2016 a Napoli.

Già, perché non basta avere cinque lustri di mestiere sulle spalle, aver composto decine di canzoni che tra l'ironia e lo sberleffo sono conosciute da almeno due generazioni di napoletani e non. Bisognava a questo giro, non prendere parte al concerto di chiusura campagna elettorale del candidato di centrodestra Gianni Lettieri. Apriti cielo: il re dei tamarri nulla deve avere a che fare con l'imprenditore. Lo ha sentenziato un tribunale popolare senza facce ma dalle molte tastiere anonime e arrabbiate. Che sono andate a bersagliare il buon Tony sulla sua attivissima pagina Facebook. Il "principe di Scalea" ha risposto a quasi tutti con costanza, educazione e fermezza: io non voto né l'uno né l'altro, io vado a cantare dove mi chiamano e lo faccio da sempre, io non faccio politica, faccio il musicista. Qualche ultras con in testa una bandana (o forse trattasi di altro indumento, più adatto alle caratteristiche intrinseche di teste contenente discutibili connessioni sinaptiche e più somiglianti ad altri organi) l'ha insultato e Tammaro è stato costretto a interrompere determinate discussioni.

Ecco cosa ha detto Tony Tammaro a chi lo contestava: «Sono da 15 anni un dipendente della Agenzia di Spettacolo Azzurra Management. Ogni settimana mi arriva via mail l'ordine di servizio con luoghi e orari dei posti in cui dovrò cantare. Ho trovato questa serata insieme a tante altre che mi passa l'agenzia. Da bravo dipendente e da professionista quale sono, mi presenterò come in qualsiasi altra occasione per adempiere ai miei obblighi contrattuali. Non spetta a me giudicare dove e per chi sto cantando. D'altronde neanche i miei colleghi più blasonati, da Vasco Rossi a Ligabue, da Capossela a Caparezza, prima di vendere un biglietto per un loro spettacolo ti chiedono se sei di destra o di sinistra e ti vendono il biglietto solo se la pensi politicamente come loro. Per concludere: in 25 anni di carriera ho cantato per tutti (destra, sinistra, centro, ricchi, poveri, colti e ignoranti) perché credo che la musica non ha collocazione ne politica ne religiosa o altro. il mio è un mestiere come tutti gli altri e non mi piacciono nemmeno i cantanti che ‘si schierano'. Se domani mi chiama a cantare un'altra formazione politica e mi riconosce il giusto cachet ci vado senza esitazione perché il mio mestiere è questo e non ne so fare altri. Per quanto riguarda le prossime elezioni: che vinca il migliore».

È vero: la voce di Tamarradio, l'autore di "Al Cafone" di recente ha cantato, solo per citarne alcuni: alla Festa di Riscossa popolare organizzata dai comunisti; alla Festa dei Giovani Democratici di Napoli, alla Pasquetta ribelle del centro sociale Ex Opg Occupato. Perché non avrebbe dovuto cantare, regolarmente pagato, alla kermesse di un candidato a sindaco? Cinque anni fa i 99 Posse, dichiaratamente anti-magistratura nelle loro canzoni dagli anni della Pantera universitaria, si esibirono per un ex pubblico ministero – all'epoca sostenuto da un altro ex pm Antonio Di Pietro – quel Luigi De Magistris che oggi è sindaco ricandidato di Napoli: è bastato per considerare il gruppo intero totalmente appiattito verso una parte politica? E se il rapper Lucariello suona per il candidato Matteo Brambilla del Movimento Cinque Stelle lo considereremo militante grillino? Comunque sia, Tony ha sfoderato ancora una volta l'arma dell'ironia postando il logo del suo partito: il movimento del "Cane Abbascio", del cane portato giù in strada per i soliti bisognini. Più chiaro di così.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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