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Un guardaspalle col mitra difendeva la casa del figlio del boss Di Lauro

Davanti alla casa dove abitava Salvatore Di Lauro, uno dei figli di Paolo Di lauro, c’era una guardia armata di mitra per controllare i passaggi. Emerge dall’ordinanza che ha portato oggi, 20 giugno, all’arresto di 15 persone, tra capi, affiliati e fiancheggiatori dei Di Lauro e della Vanella Grassi. Le indagini hanno ricostruito i nuovi assetti del clan.
A cura di Nico Falco
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Il ragazzo è appoggiato al muro dell'edificio, tiene gli occhi sulla strada. Tra le sue mani compare un'arma. Troppo grande per essere una pistola, è un'arma automatica, una mitraglietta. La maneggia tranquillo, infila il caricatore, lo sfila e lo inserisce di nuovo e scarrella per far salire il colpo in canna. Senza preoccuparsi di essere visto. Anzi, è meglio che quell'arma la vedano tutti, cosicché nessuno possa far venire strade idee: quel palazzo è off limits, nessuno ci deve entrare e, se non strettamente necessario, manco si deve avvicinare.

Lì ci abita Salvatore di Lauro, quello che nelle intercettazioni chiamano "Terremoto". È uno dei figli di Paolo Di Lauro, all'anagrafe di camorra Ciruzzo il Milionario. Ed il fratello di Marco Di Lauro, quel fantasma che è rimasto latitante per quasi 15 anni e che è stato arrestato il 2 marzo scorso nel quartiere Marianella in una operazione congiunta di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.

Il guardaspalle armato è Salvatore Aldo, uno degli arrestati. Il video che lo riprende, girato dai carabinieri del Ros, è tra gli elementi che hanno portato all'esecuzione, oggi, 20 giugno, dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 15 persone, tra capi e gregari, ritenuti affiliati al clan Di Lauro e a quello della Vanella Grassi. I militari hanno ricostruito l'organigramma attuale e l'evoluzione del ruolo di Marco Di Lauro nel periodo in cui era latitante, oltre all'apparato militare del clan e al sistema di riciclaggio dei soldi provenienti dalle attività illegali.

Negli anni, hanno appurato gli inquirenti, il clan Di Lauro era rimasto ancorato al traffico di droga, ma aveva spostato i propri interessi privilegiando quelli originari come i prodotti contraffatti e il contrabbando; in questo modo venivano reinvestiti i capitali che provenivano dalla droga, usando quei canali che avevano portato più di vent'anni fa all'affermazione del clan sul territorio.

I destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere sono Marco Di Lauro, Salvatore Di Lauro, Salvatore Tamburrino, Vincenzo Gatta, Antonio Silvestro, Vincenzo Flaminio, Antonio Montanino e Salvatore Aldo. Per l'agguato ai danni di Pasquale Spinelli, che portò anche al ferimento di Gaetano Todisco, Ciro Silvestro e Gennaro Siviero, il 7 giugno 2012, sono invece stati arrestati Antonio Mennetta, Roberto Manganiello, Giuseppe Gervasio e Francesco Barone. Per concorso esterno al clan Di Lauro è stato arrestato Antonio Puzone. Gli ultimi due destinatari, Aniello Sciorio e Pasquale Diano, avevano lasciato l'Italia: sono stati arrestati su mandato europeo rispettivamente in Germania, a Dusseldorf, e in Grecia, a Salonicco, e sono in attesa di estradizione.

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