Universiadi 2019, gli atleti potranno allenarsi al Bosco di Capodimonte
Lo scorso 3 luglio, con l'inaugurazione allo stadio San Paolo di Napoli, sono ufficialmente cominciate le Universiadi 2019. E allora, vista la presenza degli atleti e delle delegazioni sportive in città proveniente da tutto il mondo, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, diretto da Sylvain Bellenger, ha deciso di aprire le porte alle Universiadi: da mercoledì 10 luglio ecco che gli atleti impegnati nei Giochi Olimpici universitari, ma anche i comuni cittadini, potranno allenarsi nell'area fitness che sorge all'interno del Bosco, il grande polmone verde di Napoli.
"Lo sport e il benessere, sia fisico che mentale, sono obiettivi della direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte, in aggiunta alla conservazione e valorizzazione del patrimonio, della cultura e dell’ambiente. Il Bosco di Capodimonte, il più grande parco urbano in Italia, è il contesto perfetto per il relax grazie ai suoi 134 ettari di spazio verde e il suo prezioso giardino storico, con più di 400 specie di piante. Per l’Universiade Napoli 2019 la Regione Campania ha finanziato un’area fitness di 2.5 chilometri con 15 postazioni attrezzate per il riscaldamento muscolare e per l’allenamento cardiovascolare" ha spiegato il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger.
Universiade: tante iniziative al Museo e Real Bosco di Capodimonte
In occasione delle Universiadi in città, il Museo e Real Bosco di Capodimonte offre la possibilità agli atleti, agli accompagnatori e ai membri delle delegazioni sportive di visitare al prezzo ridotto di 8 euro la mostra "Caravaggio Napoli" allestita proprio nella Reggia. Inoltre, stasera, lunedì 8 luglio, si replica il successo di ieri della prima esecuzione italiana della Serenade n.8 K.286 Re maggiore per quattro orchestre di Mozart, la Serenata Napolitana di Enrico De Leva – Salvatore di Giacomo per mezzosoprano, coro femminile e tre fisarmoniche (orchestrazione di Roberto De Simone) e una prima esecuzione assoluta di Capodimonte poema fotografico d’un valzer digiacomiano per orchestra, coro e quattro pianoforti del Maestro De Simone.