«Maria De Marco, non mi servono più le chiacchiere. O rispettate gli impegni o la munnezza ve la porto a S. Giacomo». Scontro social tra il presidente della V Municipalità Vomero-Arenella, Paolo De Luca, e la manager di Asìa, Maria De Marco, fresca di nomina. Il quartiere collinare, ex salotto buono della città, da giorni è invaso dai cumuli di sacchetti non raccolti. Il numero uno del parlamentino di via Morghen, eletto nella maggioranza arancione del sindaco de Magistris, sembra proprio non poterne più. E in un post avvelenato sul suo profilo Facebook attacca la presidente del Cda della partecipata dell'igiene urbana. Intanto, ieri pomeriggio, si è tenuto un vertice tecnico a Palazzo San Giacomo con i dirigenti Asìa, per il Cda presente il superesperto Daniele Fortini. La situazione della raccolta in città dovrebbe migliorare nei prossimi giorni, grazia ad un accordo siglato con Sapna per dicembre e parte di gennaio che prevede le aperture degli impianti anche le domeniche pomeriggio.
Scontro sui social tra Paolo De Luca e Maria De Marco
“Ora basta – tuona Paolo De Luca sul social – Domani mattina la munnezza per strada la butto io. Mi faccio arrestare, se è il caso, ma ora basta! Se non sapete fare il vostro dovere, tornatevene a casa”. A stretto giro, però, arriva la risposta anche della pasionaria Maria De Marco: “Caro Paolo – scrive – come ti avevo appena detto in privato, già da stanotte tutto dovrebbe essere risolto. Faremo tutto il necessario per rimuovere i rifiuti e lavorare perché non si ripeta. Stiamo seguendo con l'attenzione dovuta”. Ma De Luca è incontenibile: ““Maria De Marco, non mi servono più le chiacchiere. Ne ho sentite troppe. Domani o rispettate gli impegni o la munnezza ve la porto a S. Giacomo”.
Si spacca anche DemA, militanti divisi
Tanto basta, per scatenare la “rissa” virtuale. In lizza scendono anche i militanti DemA, che si dividono tra i due contendenti. Claudio Di Pietro entra a gamba tesa: “Maria de Marco continua cosi! Sappiamo bene, pur essendo vomeresi, non fanno la raccolta differenziata come si deve e non rispettano gli orari di conferimento". Continua cosi e non mollare”. Ma De Luca ribatte risentito: “Ma che dici? Informati. Mezzi rotti che non si riparano, questo è il problema. Ma che facciamo? Mettiamo uno contro l’altro?”.
Interviene anche l'arancione Paola Pastorino, vicepresidente alla IV Municipalità: “Leggo tutto questo con grande sgomento – digita – Francamente, Paolo, ho stima della tua persona e del tuo operato da presidente di Municipalità, pertanto non riconosco i toni che utilizzi nel post. So bene che i problemi di una Municipalità sono tanti, che si è in avamposto sui territori e che, spesso, ci si senta sovrastati, ma l'attacco a Maria de Marco, in qualità di Presidente Asia, e l'ulteriore risposta che le hai rivolto sono gratuite e profondamente ingiuste. L'impegno, la presenza ed i risultati di questi pochi giorni della sua presidenza sono, oltremodo, evidenti. Dunque, cui prodest? A chi giova tutto ciò? Ti saluto con la stima di sempre, sperando in una tua più equa riflessione dei fatti”.
Ma De Luca non ci sta e ribatte sicuro: “Paola Pastorino ho già riflettuto troppo! Ognuno facesse il suo”. Poi, rispondendo ad un'altra militante aggiunge: “Io guardo i fatti e i fatti mi dicono che stiamo peggio di come stavamo. Dal presidente di Asìa mi aspetto progetti e proposte non post su come si spazza. Le difese di ufficio non mi appartengono. Fatele voi dalle tastiere. Io sto per strada e ci metto la faccia”.
La polemica, le opposizioni: “Maggioranza in frantumi”
Non mancano le polemiche politiche. Per l'ex consigliere comunale di centrodestra, Raffaele Ambrosino, “La responsabilità è anche di De Luca, che è maggioranza in città”. Mentre Diego Venanzoni, consigliere comunale Pd, commenta: “Le tipiche contraddizioni di chi prova a prendere le distanze perché la nave di Palazzo San Giacomo comincia ad affondare. Le responsabilità della Municipalità sono tante ed innumerevoli, dalla manutenzione del verde, alla vicenda del Collana per finire al caos delle aree pedonali. Una sorta di culpa in vigilando che non li assolve affatto politicamente”.
