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Bud Spencer, protagonista di una Napoli dei buoni che non c’è più

Anche se Carlo Pedersoli è morto, Bud Spencer non morirà mai. Ritratto affettuoso di un napoletano atipico e stupendo che attraversò molte vite e ora è entrato, di diritto, nella schiera degli artisti partenopei che hanno fatto grande la nostra città e hanno contribuito a farla amare in tutto il mondo.
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Bud Spencer nel 2015 a Napoli, quando gli fu conferita una medaglia della città.
Bud Spencer nel 2015 a Napoli, quando gli fu conferita una medaglia della città.

"Altrimenti ci arrabbiamo". Ci arrabbiamo e volano cazzotti, spintoni, sganassoni. Non un colpo di pistola, non una goccia di sangue. Piedone, il gigante buono ai piedi del gigante vulcanico aveva un cazzottone per tutti i cattivi, ma era pronto sempre a una carezza. Così visse Bud Spencer, in arte Carlo Pedersoli, originario di Santa Lucia, di via Generale Orsini, ironia della sorte, proprio il palazzo in cui c'è la redazione napoletana di Fanpage.it e dove conobbe e divenne amico fraterno di un altro grande, un certo Luciano De Crescenzo.

Prima nuotatore da record, veloce come un marlin, cresciuto sportivamente tra il golfo di Napoli e Seiano, poi possente attore, protagonista dell'epopea spaghetti western, d'una serie di fortunati film polizieschi su Napoli e della storica coppia con Terence Hill, nella sua lunga e avventurosa vita Bud Spencer fu imprenditore, fu viaggiatore, scrittore, poeta. Fu mille cose. Ma soprattutto fu star internazionale, immortale, poiché entrato nel cuore degli unici spettatori che non tradiscono mai: i bambini.

Bud Spencer è stato un napoletano atipico e perfetto. Con la città nel cuore, nei gesti, nelle parole, senza smancerie: ha sempre sfoderato una parola del suo dialetto, ha sempre accennato alle sue origini nelle migliaia d'interviste rilasciate negli anni, anche in quelle ai media stranieri. Amatissimo in Germania, in Svizzera, in Sudamerica, il suo intercalare-motto era una filosofia di vita: «Futtetenne», cioè fregatene, come ebbe a dire in un bellissimo colloquio proprio col nostro giornale, non molto tempo fa.

Carlo Pedersoli è morto e la Napoli di Bud, Piedone lo sbirro non c'è più. Ha preso il suo posto una città forse meno povera nel portafogli ma più povera nei sentimenti. Carlo è morto, Bud Spencer non morirà mai. Il gigante buono resta nel cuore dei partenopei che lo hanno amato e che sono riusciti qualche anno fa, perfino a tributargli un riconoscimento ufficiale al Comune. La Napoli dei Bud Spencer e degli Enzo Cannavale (sua storica spalla nella fortunata serie poliziesca) è di quelle che osserviamo con orgoglio, nella vetrina delle cose belle, in quelle da non dimenticare mai. Felicità e risate made in Napoli.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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