Agguato in piazza Nazionale: si indaga su un debito e sulla vendetta per un pestaggio
Un grosso debito, legato ad affari illeciti, o la ritorsione per un pestaggio subìto dal figlio di un pregiudicato. Il movente che ha portato all'agguato contro Salvatore Nurcaro non è stato ancora chiarito, ma sono queste le due piste su cui indagano gli inquirenti, che nei giorni scorsi hanno disposto il fermo per i fratelli Antonio e Armando Del Re; i due sono stati bloccati il 10 maggio, oggi i gip di Nola e Siena hanno convalidato la misura emettendo nei loro confronti la misura cautelare: resteranno in carcere. Per gli inquirenti Armando Del Re è l'uomo che ha sparato, ferendo oltre all'obiettivo anche una donna di striscio e gravemente la piccola Noemi, mentre il fratello gli ha fornito supporto logistico. Esaminando i lettori ottici e incrociando i dati con le posizioni dei loro cellulari, ricavate dalle celle telefoniche, gli inquirenti hanno inoltre collegato i due alla Benelli rubata che è stata usata per l'agguato.
Le ipotesi
La pista della vendetta per l'aggressione arriva da una fonte confidenziale. Secondo quanto raccolto dagli investigatori sul territorio Nurcaro avrebbe picchiato il figlio di un pregiudicato di San Giovanni a Teduccio molto vicino ad Armando Del Re. Gli investigatori hanno controllato gli ospedali e hanno scoperto che, effettivamente, il ragazzo era stato ricoverato a metà aprile per vari traumi e dimesso il giorno successivo. L'altra ipotesi viene invece fuori dalle indagini nella vita privata dell'obiettivo. È emerso che la vittima e il presunto killer si conoscevano e si frequentavano, ma anche che Nurcaro aveva un grosso debito nei confronti di Armando Del Re, che proverrebbe da affari illeciti in quanto il 31enne risulta disoccupato.
Nurcaro attirato in trappola
Ulteriore punto da chiarire, il motivo per cui la vittima quel giorno si trovava in piazza Nazionale. Dalle indagini è emerso infatti che l'uomo non era solito frequentare la zona e inoltre nel video dell'agguato, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, lo si vede fermo per strada mentre sembra consultare il cellulare; un atteggiamento che potrebbe indicare che avesse un appuntamento, che stesse aspettando qualcuno che gli aveva detto di aspettarlo in quel punto. Poco dopo, però, è arrivato il killer che ha cominciato a sparare all'impazzata: non si esclude che Nurcaro sia stato attirato in una trappola o che nell'agguato sia coinvolto anche uno "specchiettista", che avrebbe segnalato la posizione del 31enne al sicario.