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Bimbo ucciso di botte a Cardito (Napoli)

Bimbo ucciso a Cardito, nei giochi della sorellina le violenze del patrigno

Durante il processo per la morte del piccolo Giuseppe Dorice, ucciso di botte a Cardito, lo psicoterapeuta che ha avuto in cura la sorellina ha riferito i comportamenti della piccola. Le violenze emergono anche durante i giochi di ruolo tra bambini, quando lei fa interpretare agli amichetti il patrigno e il fratellino morto.
A cura di Nico Falco
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Tony Essobti Badre
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Un bambino fa la parte del patrigno assassino, un altro quella del fratellino morto. E lei interpreta se stessa, rivivendo quei giorni di violenza e quell'epilogo tragico. Nei comportamenti della sorellina di Giuseppe Dorice, anche nei giochi di ruolo tipici dei bambini, riemerge l'assassinio del fratellino, massacrato nella loro casa di Cardito dal patrigno il 27 gennaio scorso. Lo ha testimoniato oggi, 2 dicembre, durante il processo in corso a Napoli, lo psicoterapeuta della casa famiglia che dopo la tragedia ha accolto la bambina, anche le vittima delle violenze di Tony Essobti Badre, e la sorellina ancora più piccola.

Le violenze, ha spiegato il medico, riaffiorano nei ricordi della bambina quando gioca con gli amichetti e quando parla con gli adulti di cui si fida. O quando vede utensili come la schiumarola, che in quella casa della provincia napoletana diventava un'arma per punire i due bambini. Il medico è stato chiamato a testimoniare davanti alla terza Corte di Assise (presidente La Posta) dal pm Paola Izzo, che dalla prossima udienza, l'11 dicembre, verrà sostituita dal collega Fabio Sozio.

Lo psicologo ha riferito di quando la bambina ha raccontato a uno degli educatori i pestaggi del patrigno. "Mi ricordo le botte che dava a Giuseppe – aveva detto – così tante che poi sembrava morto. Ma adesso non ci voglio più pensare". Per il professionista la piccola si mostra più grande dell'età che ha, è "adultizzata" e "razionale", e ha aiutato i medici spiegando anche il motivo per cui la sorellina più piccola piange quando la lavano: avrebbe paura dello shampoo perché ricorderebbe di quando Badre tentata di affogarla.

Le violenze tornano nel gioco tra bimbi

Il 9 marzo scorso, ha raccontato il medico, la bambina stava giocando con gli altri 7 piccoli ospitati nella casa famiglia. Un gioco di ruolo, in cui ognuno interpreta una parte. E lei aveva affibbiato a uno dei maschietti il ruolo di Tony, mentre a una femminuccia quello del fratellino morto. E una trama: "Adesso Tony è arrabbiato perché ha mal di testa e picchia Giuseppe". L'educatrice si era accorta della rappresentazione ed era intervenuta, chiedendo di cambiare gioco. In un altro episodio, quando uno dei bambini durante un litigio le dice "Ti uccido", la piccola risponde secca: "Tanto ci ha già provato Tony".

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