La bomba – non di alto potenziale, ma capace di sfondare una struttura in ferro e creare danni alla facciata – alla pizzeria di Gino Sorbillo in via Tribunali a Napoli non è opera di camorra, ma al tempo stesso è da attribuire alla camorra. È un controsenso, che serve però a spiegare qual è la storia. Ci sono una serie di racconti, che tra vicoli dei Decumani arrivano non solo a chi ci vive da sempre e ‘conosce e capisce‘ i fatti della malavita del centro storico. Arrivano anche a chi ha vissuto in prima persona la vicenda e anche a chi cerca di capire cosa effettivamente sia avvenuto quella notte. Racconti che ovviamente vanno validati dal lavoro degli inquirenti: polizia e carabinieri sono al lavoro, così come la Procura di Napoli, anche visto l'enorme impatto mediatico della storia.
Partiamo dalla fine: qual è il risultato della bomba alla pizzeria Sorbillo? Risposta: una attenzione mediatica altissima sul pizzaiuolo napoletano, sulla sua azienda, conosciutissima nel mondo, su quella zona del centro storico di Napoli e , a cascata, sui clan di camorra che in quella zona dettano legge. E chi sono questi clan? Anzitutto i Sibillo, alleati coi Contini al Vasto. E con chi sono in guerra? Con lo storico clan Mazzarella, alleato della famiglia Buonerba proprio sul predominio dei Decumani.
Una delle ipotesi che si raccontano, raffinata, fonda la sua ragione nella domanda cui prodest? A chi giova la bomba contro Gino Sorbillo e la tensione, enorme, che ha generato in quel fazzoletto di vicoli? Giova a coloro che vogliono mettere alle corde i Sibillo, è la risposta più logica. Dunque alzare la tensione sul clan di via Oronzio Costa, già decimato da omicidi, arresti e processi, per tenere accesi e forti i riflettori e indebolirlo? A quanto apprende Fanpage.it i Sibillo avrebbero già per così dire, "comunicato" di non entrarci nulla con la bomba alla pizzeria. Le indagini sono concentrate sui movimenti criminali nel quartiere Vicaria ma anche sulla possibilità che qualcuno di non proprio pulito volesse il nome Sorbillo per una pizzeria. Lì, nel centro antico di Napoli, gli inquirenti sono convinti di trovare una spiegazione a quanto avvenuto.