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Bus Anm Napoli pagati a peso d’oro. Perizia della Procura: “A Milano costano molto meno”

Dossier dell’ex manager di Atm e Atac, Bruno Rota, superperito della Procura di Napoli per il concordato Anm: “La Lombardia versa 267 milioni di euro ad Atm per 150 milioni di km prodotti all’anno. La Campania 58 milioni di euro ad Anm per 16 milioni di km, contributo ai vertici delle graduatorie nazionali e europee. Ardita la ricostruzione sulle cause della crisi dell’azienda napoletana. I motivi sono i costi anomali. L’ex Ad silurato Maglione? Aveva capito i mali dell’azienda”.
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A cura di Pierluigi Frattasi
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Quanto costa un chilometro percorso da un pullman dell'ANM di Napoli alla Regione Campania? Molto di più di quanto eroga la Lombardia per un chilometro fatto da un bus dell'ATM di Milano. Soldi del Fondo Nazionale Trasporti che le Regioni ricevono dallo Stato e riversano ai Comuni. Per il capoluogo meneghino la Regione Lombardia versa un contributo di “267 milioni di euro, erogato a fronte di una produzione annua da parte di ATM di circa 150 milioni di vetture/km – cioè la somma dei km percorsi da tutti i mezzi pubblici dell'azienda dei trasporti milanese – mentre il contributo della Regione Campania per l'ANM, pari a 58,5 milioni di euro, integrato da 54 milioni del Comune di Napoli, fa riferimento ad una produzione indicababile in 16 milioni di vetture/km, circa un decimo”. A sostenerlo è il superperito della Procura della Repubblica di Napoli, Bruno Rota, ex manager di ATAC Roma e ATM Milano, nominato l'8 febbraio 2018 Consulente Tecnico del pubblico ministero per esaminare gli atti sulla richiesta di ammissione al concordato preventivo dell'Anm.

Il superperito della Procura: i km dei bus a Napoli pagati più di Milano

Nel documento, agli atti della procedura di salvataggio di Anm, Rota,considerato uno dei massimi esperti in tema di trasporto pubblico locale italiani, smonta la tesi sostenuta dal Comune di Napoli che Anm sia andata in crisi perché, tra le altre cose, avrebbe ricevuto negli anni meno soldi dalla Regione Campania, nell'ambito del riparto del Fondo Nazionale Trasporti, rispetto ad altre regioni come la Lombardia. “Un'ardita ricostruzionesostiene il tecnico nella relazione ai pm in ordine a un presunto paradosso del caso Napoli. La ricorrente ha sostenuto che l’azienda riceverebbe dalla Regione a valere sul fondo nazionale trasporti solo 58 milioni, mentre la Regione Lombardia riceverebbe per Milano per lo stesso titolo ben 280 milioni. Ora, a parte che si tratta di 267 milioni – scrive – si omette di rilevare che il contributo in Lombardia viene erogato a fronte di una produzione annua da parte di ATM di circa 150 milioni di vetture/km, per un fatturato di circa 1.000 milioni di euro, mentre l’“insufficiente” contributo per Anm, peraltro integrato dai 54 milioni del Comune di Napoli, fa riferimento ad una produzione indicabile in 16 milioni vetture/km, circa un decimo. Dal che risulterebbe l'ottenimento di un contributo per vettura/km prodotta particolarmente elevato per Anm, ai vertici della graduatoria nazionale e certamente europea”.

Districarsi tra i numeri, ad ogni modo, non è semplice. L'Atm di Milano, infatti, ha un contratto gross cost con il Comune e riversa al Municipio tutti i proventi dei biglietti. Lo stesso Rota precisa nella relazione che il “contratto di servizio tra ATM e Comune di Milano è pari a 655 milioni”, inclusi i 267 milioni di contributi dal Fondo Nazionale, ma che l'azienda dei trasporti, poi, “gira al Comune l’intero ammontare dei proventi da tariffa abbonamenti, più i biglietti, per circa 430 milioni”. Entrate che invece, nel caso di Anm, vengono trattenute dall'azienda.

"La causa principale della crisi di Anm sono stati gli sprechi"

Tra le maggiori cause della crisi di Anm, il superperito, invece, punta il dito contro gli sprechi:  "È l’anomala struttura di costo di Anm il vero male dell’azienda – scrive – senza indulgere in atteggiamenti rivendicativi in ordine a una presunta situazione penalizzate di contributi pubblici rispetto ad altre realtà, atteggiamenti che non trovano fondamento nei dati numerici oggettivi”.

L'ex manager Maglione silurato da de Magistris uno dei pochi a vedere i veri problemi

Quindi, elogia l'ex amministratore unico dell'Anm Ciro Maglione che nel 2017 avviò diverse misure di spending review, prima di essere sostituito dal sindaco. “Non si può non rilevare – scrive Rotache nel mese di marzo 2018 ha rassegnato le dimissioni dalla carica di amministratore unico di Anm l’avvocato Ciro Maglione, che nel corso del 2017 è parso soggetto determinato (e dotato di una visione lucida e veritiera dei reali problemi dell’azienda) a realizzare concretamente le drastiche misure di contenimento dei costi che sono senza dubbio il vero male, nemmeno tanto oscuro di Anm, senza indulgenze a compiacenti analisi fondate su una presunta carenza di contributi pubblici, come purtroppo si rileva nella domanda di concordato”. Ad ogni modo, alla fine della relazione, Rota ha dato parere favorevole per l'ammissione al concordato, ritenendo la procedura di concordato preventivo per Anm più vantaggiosa del fallimento o dell'amministrazione controllata, perché basata appunto sulla contribuzione integrativa dei 54 milioni di euro all'anno da parte del Comune, che in caso di crac, invece, sarebbero venuti meno. L'Anm è stata poi effettivamente ammessa dal Tribunale Fallimentare al concordato preventivo, prendendo atto delle misure di efficientamento e di riduzione degli sprechi condotte in questi anni. A giorni sarà depositato il decreto di omologa.

La battaglia sulle risorse tra Comune di Napoli e Regione Campania

Insomma, sulla questione dei fondi per i trasporti c'è un vero e proprio rebus. Il Comune di Napoli, negli ultimi anni, ha puntato il dito soprattutto sulla percentuale del Fondo Nazionale Trasporti destinata dalla Regione Campania a Napoli. Secondo lo studio sui bilanci del 2014 delle società dei trasporti, inserito nella domanda di ammissione al concordato Anm del 2018, la Regione Lombardia destinerebbe a Milano il 32,9% della sua quota del Fondo Nazionale Trasporti (280 milioni su 850), mentre la Regione Campania garantirebbe a Napoli appena il 10,73%, 58,5 milioni su 545. Se Napoli ricevesse la stessa percentuale di Milano – la tesi del Comune – avrebbe 179 milioni di euro e l'Anm non avrebbe avuto alcun problema economico.

Il Comune fa causa alla Regione e chiede 15 milioni in più

La battaglia sui numeri tra Comune e Regione va avanti da diversi anni. Nel 2010, Palazzo Santa Lucia definisce per la prima volta i servizi minimi urbani in termini di km per ogni azienda. A Napoli, per il 2011, un km di un bus viene pagato 2,76 euro ed uno del metrò 5,42 euro, per un totale di 62 milioni.Nel 2012 la cifra scende a 57 milioni, con una premialità di 1,8 milioni. Nel 2018 la somma passa a 58,5 milioni, a cui si aggiungono altri 11,2 milioni che l'Anm prende per i km fatti in provincia dalla Città Metropolitana. Soldi insufficienti, secondo il Municipio, che cita uno studio dell'Acamir del 2013, che prevede come contributo minimo dei servizi di trasporto almeno 67,5 milioni all'anno. Non a caso, il Comune ha impugnato al Tar la delibera sul riparto del Fondo Nazionale Trasporti 2018, chiedendo alla Regione 15 milioni di euro in più.

Anm Napoli-Atm Milano, ecco le aziende a confronto

Ma quali sono le differenze delle aziende dei trasporti di Napoli e Milano? Secondo uno studio di Anm del 2017, che prende in esame i bilanci 2014 delle società, la relazione 2015 dell'Osservatorio del Trasporto Pubblico Locale al Parlamento, le delibere regionali dal 2010 al 2017 e i dati dell'Acam, l'Agenzia Campana per la Mobilità sostenibile, l'Anm produceva 24 milioni di km all'anno (di cui 18 su gomma), per un valore da bigliettazione, corrispettivi e contributi di 172,7 milioni, a fronte di un organico di 2.826 dipendenti. L'Atm di Milano, invece, produceva 170,2 milioni di km (66,2 su gomma) per 795 milioni di euro, con un bacino di 9.262 dipendenti. Secondo i dati del 2017, invece, l'Anm trasporta circa 119 milioni di passeggeri all'anno, contro i 737 dell'Atm. L'azienda campana dispone di 85 linee bus (467 pullman), una linea metropolitana attiva con 45 treni (più la Linea 6 temporaneamente sospesa per lavori), 61 filobus, 42 tram e 4 linee funicolari con 16 treni. L'Atm, invece, 131 linee bus (1.416 pullman), 4 linee metropolitane (più la linea 5), 137 filobus, 493 tram.

Un dato positivo per Anm è rappresentato dalla sosta. L'azienda napoletana dispone di 28.026 stalli (tra strisce blu e parcheggi), contro i 79.440 stalli di Atm. Ma ogni posto auto a Napoli rende mediamente 438 euro all'anno (1,21 euro al giorno), rispetto ai 286 euro all'anno di Atm. Anche se Anm deve pagare un canone d'affitto per le strisce blu al Comune pari a 60 euro per ogni stallo. Gli incassi dalla sosta si aggirano sui 12,3 milioni per Anm e 22,7 per Atm.

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Giornalista professionista dal 2016, per Fanpage.it segue la cronaca di Napoli, con particolare riferimento ai settori politica, istituzioni, trasporti, Sanità, economia. Ha collaborato in passato con i quotidiani “Il Mattino”, “Roma”, “Il Fatto quotidiano.it” e con l'agenzia di stampa Italpress. Nel 2014 ha vinto il Primo Premio al Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”. Per l'attività giornalistica svolta è stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche (tra le quali Agorà, RaiRadio2, TgCom24, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Marte, Radio Amore Napoli, Canale 8). Moderatore di convegni e dibattiti pubblici per Provveditorato per le Opere Pubbliche della Campania e Molise, Banca Fideuram – Intesa Sanpaolo, Eurispes. Ha svolto attività di ricerca scientifica di carattere storico-economico. È autore dei saggi pubblicati su Meridione, Sud e Nord del Mondo: "La ristrutturazione industriale negli anni ’70 del Novecento. I salvataggi Gepi di imprese campane" (Esi, 2013), "Espansione e sviluppo dell’industria aerospaziale campana negli anni ’70 del Novecento" (Esi, 2013), e "Pensiero meridiano e politiche europee per il Mediterraneo" (Esi, 2010).
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